mercoledì 7 maggio 2014

In Ucraina si rasenta il genocidio. E l'Occidente guarda compiaciuto...

L’intervento militare repressivo del governo golpista ucraino contro la popolazione ribelle si sta rivelando un brutale massacro. Centinaia di civili, in gran parte disarmati, sono stati uccisi dall’esercito, coadiuvato da bande di neo-nazisti dichiarati.
L’atto più grave (almeno sinora) è sicuramente quello accaduto a Odessa: bande di nazisti, armate di tutto punto, sono arrivate nella città da fuori e hanno terrorizzato la popolazione.
Decine di persone disarmate hanno cercato di trovare rifugio nella locale sede sindacale, ma il gruppo paramilitare di estrema destra “Pravy Sektor” è arrivato a dar fuoco all’edificio, con la gente dentro. Molti sono morti carbonizzati e altri buttandosi giù disperatamente dalle finestre. Chi riusciva a scappare dall’edificio veniva poi selvaggiamente picchiato e bastonato dalle bande criminali.
 

Il problema è che queste bande criminali di estrema destra –che, neanche a dirlo, la stanno passando liscia- sono appoggiate dalla stessa giunta golpista. La quale è a sua volta appoggiata dagli Stati Uniti, in funzione anti-russa.
Anche i paesi europei, contrariamente ai loro interessi, appoggiano tale governo. Perché?
Semplice: per suddittanza nei confronti della loro madrepatria, cioè, gli Stati Uniti.

Il colpo di Stato ucraino, appoggiato in vari modi dall’Occidente (esponenti dei governi europei e statunitensi, tra cui il senatore Mc Cain, si sono ripetutamente recati in Piazza Maidan ad incitare alla rivolta; un’intromissione senza precedenti) non è avvenuto per caso: è, almeno in parte, la conseguenza del fallito tentativo di scalzare il governo di Assad in Siria. Fallimento dovuto –lo ricordiamo- proprio al fatto che la Russia si era opposta ad un intervento militare della NATO nel paese mediorientale.

Ma ovviamente non è solo una questione di vendetta: c’è, intanto, anche un interesse geo-strategico.
L’obbiettivo è quello di far diventare l’Ucraina un paese della NATO -e quindi direttamente controllato dagli USA- per poter così subito installare i missili nucleari a poche centinaia di chilometri da Mosca.
 
Ma c’è un’altra questione ancora più importante (e collegata alle precedenti): il gas russo.
Non so quanti di voi hanno chiaro in che misura l’Europa sia energeticamente dipendente dal gas russo. E ciò non può che costituire una spina nel fianco degli americani, che ovviamente vorrebbero portare gli Stati europei ad una condizione di dipendenza totale da essa.
Quindi scopo degli americani è quello di sganciare l’Europa dalla Russia e renderla completamente suddita.
Ciò comporterà per noi dei problemi immensi: se la Russia dovesse “chiudere i rubinetti” aspettiamoci, nei prossimi anni, fortissimi aumenti dei prezzi di qualsiasi genere. Inoltre dovremo probabilmente accollarci le spese per il rifornimento del gas in Ucraina (dato che lo Stato ucraino è sull’orlo della bancarotta e se continua a non pagare Mosca gli chiude i rubinetti).

E c’è un’altra questione ancora, anch’essa strettamente connessa alle altre.
Il contesto economico mondiale attuale vede la Cina prossima a diventare la prima economia mondiale, scalzando gli Stati Uniti, i quali detenevano tale primato dal 1872 (lo sostiene il Financial Times). A ciò va aggiunto che il gigante asiatico detiene gran parte del debito americano.
A livello economico (ma anche politico) la Cina sta stringendo rapporti sempre più stretti con molti paesi, e in modo particolare con i paesi del BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica).
Uno degli obbiettivi su cui stanno lavorando questi paesi è quello di scalzare il dollaro come moneta mondiale e sostituirlo con un paniere di monete di diverse nazioni.
Inutile aggiungere come tale prospettiva sia fumo negli occhi degli Stati Uniti, che perderebbero enormi privilegi economici che oggi derivano proprio dalla natura di moneta mondiale del dollaro.

Tutto ciò sta dietro le brutali violenze in Ucraina. E’ un peccato che la nostra (dis) informazione sia totalmente asservita agli interessi forti e in ultima analisi agli USA e che, anche per questo motivo, in Italia (e in tutta Europa) non si stia sviluppando un movimento per la pace proprio ora che ce ne sarebbe più bisogno.
E’ difficile, infatti, prevedere il corso dei futuri eventi. Ma, certo, l’Ucraina non è lontana come l’Afghanistan o l’Iraq. Fa parte dell’Europa. E le tensioni, si sa, ci mettono poco ad allargarsi.

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