giovedì 24 aprile 2014

In Italia è sempre più politica-bluff

La carriera politica di Matteo Renzi è stata costellata da una serie di dichiarazioni, diciamo così, “spettacolari”, scenografiche, puntando spesso sull’esagerazione. Insomma, chiamiamole pure “sparate”.
Ad esempio quella sulla “rottamazione”. Ma ce ne sono state ben altre.

Verrebbe da rimpiangere la Prima Repubblica.
Non che anche allora non ci fossero una serie di storture (e anche qualche “sparata” di troppo): basti pensare che è stata gestita soprattutto dalla Democrazia Cristiana!
Ma durante i decenni dal 1945 al ’90 la politica italiana, o almeno quella visibile al grande pubblico, aveva un minimo di serietà. La demagogia, le dichiarazioni altisonanti, roboanti, i bluff erano un fenomeno assai più contenuto di quello che sono oggi.

A partire dagli anni ’90 in Italia si è avuta una vera e propria esplosione della politica-spettacolo.
E abbiamo avuto un grandissimo maestro in ciò: Silvio Berlusconi.
Con i suoi slogan quali “un milione di posti di lavoro” (ricordate?), “meno tasse per tutti”, e tanti altri che nemmeno ricordo, si può dire che ha fatto scuola.

D’altronde l’Italia –che rimane pur sempre una semi-colonia degli USA- non poteva rimanere immune dalle cattive abitudini d’oltreoceano.
Lì abbiamo avuto le “guerre stellari” di Reagan (un parziale bluff, almeno per come era stato presentato il progetto). Poi la “lotta al terrorismo”, soprattutto con Bush junior. Grandissimo bluff, dato che gli Stati Uniti –attraverso la CIA- hanno e mantengono fortissimi legami con quasi tutti i più grandi e pericolosi gruppi terroristici mondiali (Al Qaeda compreso), non di rado finanziandoli, appoggiandoli e utilizzandoli per i loro scopi imperialistici (vedi gli estremisti islamici in Libia e Siria o i nazifascisti in Ucraina, con la benedizione dell’Europa, o gruppi terroristi contro Cuba e i paesi dell’America Latina che si vogliono emancipare dal dominio USA).

Anche Obama in quanto a bluff non è stato da meno.
Basti pensare che i 10 punti programmatici che aveva sbandierato durante la campagna elettorale del 2008 (quella che lo ha visto vincere la prima volta) sono poi rimasti tutti lettera morta una volta che si è insediato alla Casa Bianca (la stessa “riforma sanitaria” in realtà si è tradotta sostanzialmente in un’elargizione economica alle grandi compagnie assicurative, affinché assistessero anche la fascia più debole della popolazione; cosa ben diversa da una “riforma sanitaria”).

Ma torniamo in Italia.
Se Berlusconi ha imperversato per anni e anni con la sua politica-show (e bluff), ora è la volta del Partito Democratico.
Renzi parla di dare un bonus di 80 Euro sulla busta-paga. Forse sarà proprio così. Eppure questa cosa puzza un po’ di bluff.
Sorgono infatti almeno 2 questioni: la prima è che un’enorme percentuale di lavoratori (soprattutto giovani) non hanno un contratto stabile e spesso lavorano saltuariamente. Saranno beneficiati anch’essi dal bonus? E come la mettiamo con i disoccupati (e i pensionati, i quali oggi spesso mantengono figli e nipoti)?

La seconda questione è che questi soldi in più dovranno arrivare da qualche parte.
Ora, dal momento che in Italia nessuno si azzarda a voler racimolare i soldi laddove ce ne sono e in grande abbondanza (grandi patrimoni, rendite, capitale finanziario, ecc), dove prenderà Renzi queste risorse? Probabilmente ci saranno dei tagli “nascosti” a servizi come la sanità, la scuola, ecc.
Anche perché (altro bluff) la dichiarazione che l’Italia ridurrà le spese per l’acquisto degli F35 sembra decaduta dopo che il nostro padrone (cioè, il Presidente degli Stati Uniti) è venuto a far visita alla sua colon…ehm…in Italia qualche settimana fa.

Anche il “job act” è stato tanto proclamato, ma al momento la sua definitiva approvazione sembra essersi arenata.

E il Movimento 5 Stelle?
Forse è ancora prematuro dare un giudizio definitivo, ma certo, anche qui le premesse non sono molto incoraggianti: una forza politica nata da un personaggio mass-mediatico per eccellenza –e Beppe Grillo è indubbiamente eccezionale, in quanto a capacità comunicative (e a “sparate”) - sembra tagliata apposta per la politica-spettacolo. E in effetti il M5S ha molto di “scenografico”.
Ma già emergono le prime crepe: ogni tanto qualche deputato o consigliere entra in contrasto col capo, e persino l’unico sindaco pentastellato di una città di medie dimensioni (Pizzarotti a Parma) sta deludendo le aspettative degli stessi “grillini” (doveva chiudere l’inceneritore e non l’ha fatto).

Insomma, l’Italia in politica (e non solo…) sta prendendo veramente una bruttissima piega. Si riuscirà prima o poi ad uscire fuori da una logica di politica-bluff?
Questo dipende anche da noi: più diamo credito alle “sparate” e più le alimentiamo.

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