mercoledì 25 gennaio 2012

Forconi, camionisti, benzinai, tassisti,...Monti scontenta tutti!

Nonostante la profonda antipatia che ho sempre nutrito per un personaggio come Berlusconi, non me la sono sentita di festeggiare quando il suo governo è terminato l'autunno scorso.Immaginavo già, infatti, che da uno come Mario Monti non ci si poteva aspettare granchè di buono.
E i fatti hanno subito dimostrato che le cose stanno proprio così: prima sono stati colpiti i settori popolari, i lavoratori, i pensionati.
L'aumento dell'IVA, il taglio sulle pensioni e altri tagli la reintroduzione dell'ICI sulla prima casa, ecc. Sono tutte misure che colpiscono in pratica soltanto i ceti deboli, i lavoratori, i pensionati. Ossia, i PROLETARI.

Ma Monti è legato soltanto ai poteri forti, al mondo finanziario, alle banche, al capitale internazionale. Insomma, alla grande borghesia. C'è una differenza, rispetto a Berlusconi. Il quale era pure lui, sì, legato ai poteri forti, ma manteneva un rapporto saldo -sia direttamente, che indirettamente attraverso la Lega- anche con i ceti piccolo o medio borghesi.
Tutto il mondo della micro-imprenditoria, del piccolo commercio, dei professionisti, ossia, il mondo in cui -come è noto- è forte l'evasione fiscale, costituiva la base sociale del Governo Berlusconi. Logico che il cavaliere ci pensasse bene prima di attaccare questa realtà.
Viceversa, il "governo tecnico" (in realtà politicissimo) di Monti non ha problemi di consenso elettorale (come le dittature) e può tartassare chi gli pare. Tranne, ovviamente, i poteri forti: le banche (tedesche soprattutto), Confindustria, il Vaticano, ossia, la grande borghesia.

Dopo che Monti si è scatenato contro le pensioni e contro i ceti popolari (i quali hanno espresso ben poca resistenza, e su questo ci sarebbe veramente da riflettere...), ora è la volta della piccola borghesia. La quale sta invece reagendo con ben maggior determinazione.
Tassisti, camionisti, benzinai, farmacisti, agricoltori, pescatori, avvocati (e altre categorie ancora, non me le ricordo tutte) stanno protestando da giorni e giorni, con scioperi e blocchi vari.
In Sicilia si sono dati pure un nome, come è noto. Ossia, i "Forconi".

La prima cosa che emerge è che tutti questi settori piccolo-borghesi sembrano assai più organizzati e determinati nel difendere i loro interessi, rispetto ai settori più popolari (e, in modo particolare, i lavoratori precari). Questo la dice lunga sugli errori commessi in questi anni dalla sinistra italiana e sui suoi limiti!

Ma vorrei anche riflettere su questi settori, che oggi si stanno mobilitando contro le misure liberalizzatrici del Governo Monti (che al momento sembrano non riguardare l'acqua, grazie al recente referendum, ma anche su questo, occhi aperti: prima o poi ci proveranno lo stesso!!).
I piccoli imprenditori o commercianti, i liberi professionisti, sono tutte categorie dove l'evasione fiscale è molto forte (come è ben noto) e che già per questo motivo non mi sono mai state troppo simpatiche (il secondo motivo è che gran parte di loro votano a destra).
Ma non per questo hanno tutti i torti. Oggi come oggi, è diventato sempre più difficile mantenere una piccola impresa o un negozio. Stesso discorso vale per i tassisti e per tante altre categorie simili.
Le misure di questo governo non fanno che peggiorare la situazione.

E allora penso una cosa: da una parte io difendo tutti quei lavoratori che faticano per mantenersi e per mantenere la propria famiglia. Anche se sono dei piccolo-borghesi.
Dall'altra, però, spero che questi settori si inizino a rendere conto che se oggi ci ritroviamo in questo stato è ANCHE a causa di 10 anni di governo Forza Italia-Pdl-Lega, che molti di loro hanno votato e pure grazie alla (loro) evasione fiscale.
Certo, la crisi economica è internazionale, non è un portato del solo Berlusconi. Ma le responsabilità stanno NELLE POLITICHE LIBERISTE che anche Berlusconi e la Lega hanno portato avanti in questi anni.

Dalla crisi si esce soltanto con una PATRIMONIALE, tassando TUTTE le attività commerciali (Chiesa Cattolica compresa) e evitando acquisti costosissimi quanto anti-costituzionali, come i 131 cacciabombardieri F35.


Un'ultima critica va fatta alla sinistra italiana: se in questi vent'anni invece di bearsi del suo "superamento delle vecchie ideologie", avesse difeso e organizzato meglio i settori proletari, non staremmo ora a questo punto. E non rischieremmo -come invece accade- tra qualche anno (se non mese) di ritrovarci un fortissimo aumento della povertà.
La Grecia è vicina. E non solo geograficamente...

domenica 15 gennaio 2012

perchè è fuorviante prendersela con i parlamentari (ma comodo per qualcuno)

Immaginate due persone, due ladri: il primo si impossessa di una vostra penna bic. Il secondo vi ruba un'automobile, magari appena comprata e di cui state pagando ancora le rate.Sarebbe assurdo e folle arrabbiarsi ferocemente con la prima persona e ignorare la seconda. Eppure -metaforicamente- ciò accade molto più spesso di quanto immaginiamo.

Fuori di metafora, i "ladri di penne" sono i parlamentari.
Nel senso che questi percepiscono stipendi, pensioni effettivamente un po' troppo alti e godono di privilegi ingiustificati.
A dir la verità, l'elevato stipendio dei parlamentari non sarebbe, in sè, una cosa del tutto sbagliata: in origine, ciò serviva a permettere l'accesso a tale carica anche alle persone provenienti dai ceti popolari, che non potevano godere di ricchezze personali e/o di finanziamenti da parte di ambienti danarosi.
Comunque sia, i privilegi economici dei parlamentari sono tutto sommato poca cosa e incidono in misura limitata sul bilancio statale (e dunque sulle nostre tasse). Si tratta di "ladri di penne".
Eppure, neanche a dirlo, la maggior parte degli italiani se la prende soprattutto, se non esclusivamente, con loro.
Viceversa, pochi se la prendono con i "ladri di automobili": i VERI privilegiati, quelli che si impossessano (direttamente o indirettamente) di ricchezze colossali, pagate con le nostre tasse.

Al primo posto vanno sicuramente le BANCHE (oggi soprattutto quelle tedesche). E il mondo della finanza in genere.
Queste si sono arricchite per anni con le speculazioni, contribuendo ad alimentare la crisi economica attuale.
E le misure "lacrime e sangue" del Governo Monti (e del precedente Governo Berlusconi) -delle cui conseguenze disastrose per noi, ce ne accorgeremo nei prossimi anni- si tradurranno in ulteriori vantaggi speculativi per queste.
La Banca Centrale Europea, infatti, non finanzia direttamente gli stati, bensì le banche (con tassi di interesse bassi) che poi prestano i soldi agli stati (con tassi di interesse molto più elevati), realizzando enormi guadagni.
I costi di questi loro immensi profitti li paghiamo noi!
Alle banche sarebbe da aggiungere poi il mondo cosidetto "imprenditoriale" italiano, ossia, affaristi, i quali, grazie alle privatizzazioni e ai finanziamenti statali (sempre pagati da noi) si sono arricchiti impossessandosi di settori importantissimi della produzione italiana, spesso portandola al fallimento.

Poi c'è il VATICANO.
Nessuno propone di tassare i luoghi di culto. Ma i ristoranti, gli alberghi, i negozi e insomma, tutta l'attività commerciale e lucrativa, legata alla Chiesa Cattolica dovrebbe essere tassata e invece non lo è. Oggi paghiamo noi per loro. (e paghiamo pure la luce, l'acqua, ecc.).
Come se non bastasse, lo stato italiano (contravvenendo tra l'altro alla nostra costituzione) finanzia le scuole private, che sono poi in gran parte cattoliche. Mentre taglia fondi alle scuole pubbliche. L'esatto contrario di ciò che dovrebbe fare.
Anche qui stiamo parlando di risorse ingentissime, al cui confronto gli stipendi dei parlamentari sono cosa ridicola.

Poi ci sono altri ambienti, di cui di solito non si parla mai, tipo la casta militare.
E, a proposito di militari, è semplicemente scandaloso (nonchè grave che sono in pochi a protestare in merito) l'acquisto di ben 131 cacciabombardieri F-35 (di fabbricazione statunitense, dato che in Italia i nostri "imprenditori" stanno smantellando gran parte dell'apparato produttivo). Anche qui contravvenendo alla nostra costituzione (sono aerei per l'attacco e non per la difesa). E con una spesa che è di minimo 15 MILIARDI di euro. Come una manovra economica.
Che, naturalmente, paghiamo noi.



Di fronte a questo sperpero di denaro pubblico, capite che prendersela con gli stipendi dei parlamentari è come prendersela con chi ti ruba una penna, mentre nello stesso momento ti stanno rubando l'automobile! (ciò non significa, comunque, che stipendi, pensioni e privilegi dei parlamentari non andrebbero effettivamente ridotti).
Non solo: l'accanimento contro i parlamentari nasconde la volontà di vasti settori di potere di limitare il potere del parlamento, per creare un governo più forte. Diciamo pure un regime.
Il che si tradurrà in un aumento (e non certo in una riduzione) delle ruberìe.

In realtà, già oggi in Italia il parlamento ha perduto parecchio potere. A vantaggio soprattutto della BCE.
In ogni caso, diffido e invito a diffidare delle campagne che strumentalizzano la (giusta) indignazione popolare, concentrandone l'astio soltanto contro i parlamentari.
D'altronde è con questo meccanismo che Hitler andò al potere.


sabato 7 gennaio 2012

Beppe Grillo, qualcosa di giusto, ma non mi convince proprio!

In passato, sono stato, per anni, un grande ammiratore di Beppe Grillo. Ciò che apprezzavo in lui era il fatto che -a differenza di tanti altri- non si limitava a fare la solita e scontata critica a Berlusconi, bensì andava a colpire i poteri forti meno visibili, quelli che non appaiono al grande pubblico. I quali coincidono più col potere economico, che con quello politico. E Grillo era bravo a mettere in luce certe dinamiche, come la subordinazione del potere politico a quello economico.
Ma a partire dal "V-day" del 2007, il comico genovese sembra essersi rimangiato quel discorso: i suoi strali contro (indifferentemente) tutta la classe politica riprendono -amplificandoli- tutti i luoghi comuni semplicistici e superficiali dell'"uomo della strada". E con uno stile che ricorda, a tratti, quello dei leghisti.
Per carità, non voglio paragonare Beppe Grillo a soggetti come Calderoli o Borghezio: il primo è pur sempre un essere umano dotato di intelligenza.
Ma, certo, il suo farsi megafono degli stereotipi banali contro "i politici" non gli fa molto onore. Anche perchè in questo modo non fa altro che alimentare la confusione.

In un recente articolo sul suo blog, Beppe Grillo attacca pesantemente addirittura chiunque si azzarda a dire che i politici non siano tutti eguali. Perchè secondo lui sarebbero tutti ladri, corrotti, mafiosi.
Cioè -prendendo il comico sulla parola- ad esempio, un consigliere comunale di un paesino di 2-3 mila anime che percepisce sì e no 1.000 Euro al mese sarebbe un ladro -perchè è pur sempre un "politico"- mentre Beppe Grillo, che nel 2005 guadagnava 4 milioni l'anno (ora saranno senz'altro di più) sarebbe un onesto cittadino "derubato" dal primo.
E poi, che significa "politico"?
Grillo si ritiene un comico e non un politico. Ma il definirsi "non-politico" dà forse garanzie di onestà e trasparenza?
Come non ricordare, allora, Berlusconi, che si è sempre definito un "non-politico" pure lui (anzi, un "imprenditore prestato alla politica")? E Marrazzo? E lo stesso Monti, considerato un tecnico e non un politico?

Ma ritengo che il fenomeno-Grillo e il Movimento 5 Stelle sia da capire e analizzare meglio, non fermandosi alla scontata critica di qualunquismo.
Il relativo successo che stanno ottenendo Grillo e il Movimento 5 Stelle è dovuto al fatto che egli dice ANCHE delle cose giuste. E sicuramente alcune delle battaglie che porta avanti sono sacrosante.
Il problema è che Grillo, nella sua vastissima retorica, dice cose giuste, cose giustissime, ma anche cose meno giuste, discorsi ambigui e cose sbagliatissime.
Dire -tanto per fare un esempio- che grazie ad internet si annullerebbero le gerarchie e si realizzerebbe un rapporto orizzontale è semplicemente FALSO!! Nessuno all'interno del M5S è in grado di contestare efficacemente Grillo! E d'altronde un leader carismatico e mass-mediatico come lui, con la sua enorme visibilità, sovrasta, oscura e -di fatto- cancella qualunque voce dissenziente all'interno del M5S.
E ci sarebbe da aggiungere che il comico genovese non è certo tenero quando attacca chi la pensa diversamente da lui.

Comunque sia, il programma del Movimento 5 Stelle -l'ho letto- mi sembra poco significativo: è esageratamente dettagliato su alcuni punti specifici, mentre è inesistente su alcune tematiche generali importanti (non dice nulla, ad esempio, sulla lotta all'evasione fiscale).
C'è un'eccessiva esaltazione di internet (vista quasi come se avesse poteri taumaturgici) che fa il paio con la sua ostentazione di "nuovismo". E con la sua inappellabile accusa ai "politici" di essere "vecchi".
A me, la retorica del "nuovismo" (retorica che esiste da sempre e, quindi, paradossalmente, molto vecchia) non ha mai affascinato: di solito chi si auto-proclama "nuovo" non lo è affatto!



Per concludere, la vera essenza del "grillismo" non sta, secondo me, nel Movimento 5 Stelle, nè tantomeno nel suo programma, bensì nell'impatto mass-mediatico del suo "guru" e della sua dirompente retorica.
Beppe Grillo sta costruendo l'ennesimo partito d'opinione, basato sulla persona.
Si tratta di una moda che esiste ormai da oltre 20 anni. Iniziarono Pannella e Orlando (chi ricorda "la Rete"?), poi Berlusconi, Di Pietro, ecc.

Rimango convinto che se vogliamo difenderci efficacemente dalla "casta" (non solo "politica", ma soprattutto bancaria ed europea) che ci sta sempre più portando verso la povertà, non bastano certo i leaders carismatici (sempre ammesso che questi abbiano davvero intenzione di difenderci).
Occorrono strutture di lotta, organizzate e di massa, radicate sul territorio e nei luoghi di lavoro. Organismi con un programma chiaro ed una collocazione (ed una cultura) politica non ambigua.
I "vaffanculo" possono servire per sfogarci, ma non certo per conseguire risultati importanti.