lunedì 21 ottobre 2013

NO TAV, NO MUOS, movimenti e informazione pilotata



Siamo alle solite: come sempre –quando si vanno a toccare i grossi interessi e gli affari sporchi- parte la consueta campagna di dis-informazione nei confronti di chi osa contestare tale business.
Mi riferisco alla manifestazione tenutasi sabato scorso a Roma, tra l’altro riuscitissima: quasi centomila persone hanno sfilato PACIFICAMENTE.
Lo slogan del corteo è stato: “una sola grande opera: casa e reddito per tutti”.
Questo non è stato notato dai TG e da gran parte dei quotidiani italiani.
Viceversa, per i nostri mass-media sono esistiti soltanto quei quattro gatti infiltrati nel corteo che hanno fatto –appositamente- un po’ di “casino”.

I movimenti (NO TAV, NO MUOS, quelli per la casa, per il lavoro, degli immigrati,ecc.) che hanno sfilato sabato 19 ottobre giustamente protestano contro delle politiche che guardano soltanto ai profitti delle grandi imprese e delle banche, a danno di gran parte della popolazione.
I mass-media –in gran parte strettamente legati al capitale finanziario- non possono che criminalizzare chi si permette di contestare contro tali politiche, affinchè la popolazione non si renda conto della giustezza di tali proteste e magari finisca per scendere in piazza anch’essa.
E così, li fanno passare per dei teppisti violenti.

Ma chi sono esattamente questi movimenti e per che cosa protestano?

Cominciamo dal più conosciuto: i NO TAV.
Nato nella Val di Susa già negli anni ’90, il movimento contesta la costruzione della linea ad alta velocità Torino-Lione per tutta una serie di motivi. I più importanti sono –sinteticamente- l’elevatissimo costo dell’opera (quando esiste già una linea ferroviaria, sottoutilizzata, che si potrebbe ristrutturare ed ampliare), la sua nocività (utilizzo di amianto e uranio), il suo impatto ambientale negativo, la sua sostanziale inutilità.

Poi, c’è il movimento NO MUOS (Mobile User Objective System).
Nato in Sicilia, tale movimento contesta il fatto che una delle stazioni terrestri dovrebbe essere costruito, appunto, in Sicilia, a Niscemi.
Tale stazione arrecherebbe dei seri rischi alla salute umana, all’ecosistema, alle attività agricole, e, infine, rappresenta una minaccia per la pace in Italia e la possibilità di essere esposti ad attacchi, in caso di guerra (visti i tempi non difficilissimo).

Ha manifestato pure il movimento per la casa. Quello per il diritto al lavoro e gli immigrati.

In sintesi, la manifestazione del 19 ottobre mirava a sostenere quelli che dovrebbero essere i diritti basilari di ogni cittadino e che in una società cosiddetta di “libero mercato” (ossia, capitalistica) vengono facilmente dimenticati, per perseguire solo gli enormi profitti delle multinazionali e delle banche.
Quanto poi questa società sia veramente di “libero mercato” lo dimostrano le migliaia e migliaia di piccole imprese e negozi che ogni anno chiudono, spinti dalla crisi capitalistica e dalla concorrenza sempre più spietata delle grandi imprese.
Per non parlare di quanti non trovano lavoro o trovano soltanto lavoro precario (ma oggi anche chi ha un lavoro fisso tende a stare sempre peggio), di quanti non hanno una casa o si svenano per pagare un affitto o il mutuo. E così via…

Allora, al potere fa comodo che meno persone possibile ragionino sulla deleterietà di queste politiche liberiste. E ci vogliono far credere che chi giustamente protesta sia invece un teppista scalmanato, che non fa altro che provocare disordini e danni.
Non cadiamo in queste “trappole mediatiche”!

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