mercoledì 9 ottobre 2013

Berlusconi marginalizzato (finalmente). Ma c'è poco da gioire...



In queste ultime settimane (come d’altronde da 20 anni a questa parte) Silvio Berlusconi è stato al centro delle cronache dei mass-media italiani, prima per la questione della condanna e poi per via della tenuta o meno del Governo Letta-Alfano.
Con le ultime vicende, ossia, la caduta del governo e poi, però, la spaccatura all’interno del PdL e alla fine la disponibilità da parte di questo a formare un nuovo governo con il Partito Democratico, si può tranquillamente affermare che il Cavaliere ha subito un fortissimo ridimensionamento del suo ruolo e del suo potere politico.
Se non definitivamente tramontato, il Berlusca è stato di sicuro marginalizzato e d’ora in poi difficilmente tornerà ad occupare un ruolo centrale nella politica italiana.
Meno male!

Ma se l’indebolimento di Berlusconi rappresenta di sicuro un fattore positivo per il nostro paese, il rafforzamento di Letta e della compagine governativa lo è molto, molto meno: il nuovo governo che –con tutta probabilità- si andrà a formare, sarà, ancora di più di quello precedente e di quello Monti, un governo dei cosiddetti “poteri forti”, ossia, delle grandi banche e delle multinazionali –ossia, del capitale finanziario- nonché sensibile alle pulsioni guerrafondaie americane.
Sarà un governo obbediente ai peggiori diktat della Comunità Europea e alle sue manovre lacrime e sangue (grazie anche al fiscal compact, voluto –ricordiamolo- sia dal PdL che dal PD).
Enrico Letta, infatti, non è un politico qualsiasi, bensì è membro del Gruppo Bilderberg.
Cos’è il Gruppo Bilderberg?

Il G.B. è una potentissima massoneria mondiale, con base negli USA, e strettamente legata ai grandi colossi finanziari (banche e multinazionali-transnazionali) e alle elites militari.
Tutte, o quasi, le politiche liberiste degli ultimi decenni portate avanti in varie parti del mondo hanno avuto come protagonisti dei membri del Gruppo Bilderberg.
Ricordo che le politiche liberiste portano ad effettuare pesanti tagli ai servizi sociali, alla sanità, alla scuola pubblica, alle pensioni e all’occupazione, nonché alle privatizzazioni, che di solito –almeno in Italia- si traducono in svendite a bassissimo costo a privati incapaci (quanto rapaci), e, in ultima analisi, agli stranieri (vedi Alitalia, Telecom, Alcoa, ecc.).
Si tratta delle politiche che in passato hanno impoverito numerosi paesi del Terzo Mondo e ora stanno fortemente impoverendo l’Europa meridionale, a partire dalla Grecia.

Questo è Letta. Tanto per capire con chi si ha a che fare. 
E possiamo star certi che lui e i partiti che lo sostengono faranno di tutto per attuare il più possibile il famigerato “fiscal compact”. Prepariamoci!

Ma allora per quale motivo Berlusconi è stato fatto fuori? Non fa parte anche lui dei “poteri forti”?
Pensare che il Cavaliere sia stato marginalizzato per motivi giudiziari è un’ingenuità da dare in pasto al gran pubblico.
Berlusconi, in realtà, rappresenta soprattutto l’imprenditoria poco internazionalizzata e la sua base sociale è composta da piccola-media borghesia (piccoli imprenditori, artigiani, piccolo commercio; settori che spesso campano grazie ad una certa dose di illegalità).
Ora, è in corso una guerra tra diversi settori della borghesia, in cui il grande capitale “cannibalizza” il piccolo (abbiamo, grazie anche alla crisi economica, decine di migliaia di piccole-medie imprese, di esercizi e di laboratori artigianali che stanno chiudendo).
Dunque, i “poteri forti” (il capitale finanziario internazionale) stanno attaccando non solo i ceti popolari, i lavoratori, ma anche la piccola-media borghesia, la quale finora ha sostenuto in larga maggioranza il Berlusca (o la Lega).

In conclusione, i problemi dell’Italia non si esauriscono certo con Berlusconi e non derivano nemmeno dagli eccessivi guadagni dei “politici”, come si vuole far credere. E, meno che mai, dagli immigrati. 
Ed è (anche) per questo motivo che Grillo e il M5S non mi hanno mai convinto: i loro attacchi sono tanto clamorosi e sensazionalistici, quanto incentrati su problemi secondari, quando non marginali o ridicoli (vedi la vicenda degli scontrini).
In Italia manca una sinistra seria (ossia, su posizioni chiaramente anti-liberiste e non subalterna al PD) e forte. Ed è questa che va ricostruita.

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