mercoledì 6 febbraio 2013

Il lavoro è molto più importante dell'IMU

Le tematiche di cui si parla in questa campagna elettorale possono essere una buona cartina di tornasole per capire -al di là di tanta propaganda- gli orientamenti delle varie forze politiche.

Cominciamo dall'ultima "sparata" di Berlusconi sulla presunta restituzione dell'IMU ai cittadini italiani. Come se l'introduzione di questa tassa non fosse stata votata pure da lui (oltrechè da Bersani).
In effetti va detto che la tassa sulla prima casa è stata una manovra tesa a colpire -almeno nel modo come è stata concepita- soprattutto i ceti popolari (andava fatta in modo da colpire semmai più gli appartamenti di lusso e chi ne possiede parecchi).

Ma a me non sembra che sia l'IMU il problema numero uno per la maggior parte degli italiani nel 2013. Molto più grave è il problema del lavoro.
La disoccupazione è in crescita (lo dicono già i dati ufficiali, i quali comunque sottostimano il fenomeno). Ma, più che la disoccupazione in sè, il vero dramma per milioni di italiani, soprattutto -ma non solo- giovani, è il binomio disoccupazione-precariato, che mina la prospettiva di un futuro per un'intera generazione, lasciandola senza prospettive.
A tutto ciò va aggiunto il problema degli esodati.
Ma oggi come oggi, anche chi ha la fortuna di avere un lavoro fisso e garantito non sta, in gran parte dei casi, poi tanto meglio. Questo perchè intanto la maggior parte dei lavoratori italiani percepisce salari tra i più bassi d'Europa. E poi perchè i diritti e le garanzie dei lavoratori dipendenti tendono ad essere sempre più erose dalle varie "riforme" (vedi, ad esempio, la cancellazione dell'articolo 18).

Ma non c'è neanche solo il lavoro. Numerosissimi italiani risentono sempre più dei continui e sempre più pesanti tagli ai servizi socio-sanitari, alle scuole, alle pensioni, ecc., che spesso passano sotto forma di tagli agli Enti Locali da parte dello Stato.



In questa campagna elettorale chi è che parla di questi temi? In pochi!
Il PD parla solo di Italia "più giusta". Che vuol dire tutto e niente. Parla di "voto utile" (per chi?) e comunque, al di là di qualche debole distinguo, il rapporto di alleanza con Monti sembra alquanto inossidabile.
Sul PDL c'è poco da aggiungere. Berlusconi può dire tutto e il contrario di tutto (è espertissimo in ciò), ma mi sembra che ormai la stessa gente di destra non gli stia dando più così tanto credito.

Neanche Grillo dice granchè su quei temi.
Al di là delle sue "sparate" molto spettacolari e (a parole) ultra-estremiste, mi sembra che non vada a toccare i punti salienti del problema, limitandosi a farsi portavoce del superficiale -per non dire banale- astio che gli italiani da sempre nutrono verso "i politici" (tra l'altro senza fare distinzioni). E con proposte radicali all'apparenza, ma poco sostanziosi nei fatti.

Nichi Vendola è uno dei pochi che dice cose giuste e parla del problema lavoro e delle altre questioni.
La domanda, però, che mi pongo rispetto a SEL è: in che modo e quanto pensa di poter influire sul futuro governo?
Se -come sembra ormai abbastanza sicuro- il PD andrà a fare un governo con l'UDC e con Monti Sel che cosa farà? La carta d'intenti di Bersani, infatti, costringerà i deputati di SEL a votare secondo la maggioranza, e, quindi, come vuole il PD.
Sel deciderà di uscire? Ma allora non sarebbe stato meglio allearsi fin da subito con Ingroia-Rivoluzione Civile?
Tra l'altro non va dimenticato un punto fondamentale, cioè che il prossimo governo sarà quasi sicuramente costretto a fare altre manovre "lacrime e sangue". Il fiscal compact e il Pareggio di Bilancio in Costituzione (votati sia dal PD che dal PDL), nonchè tutti i vari condizionamenti europei, bancari e vaticani, non lasciano troppo scampo.

Credo che oggi l'unica cosa che abbia senso per difendere il pesante attacco che si sta portando avanti contro i ceti popolari, sia quello di costruire una forte opposizione.
Partendo dalle tematiche del lavoro, delle pensioni, della sanità, della scuola e della pace.

La Lista Ingroia – Rivoluzione Civile non parla solo di legalità. Tema, peraltro, importantissimo, in un paese come l'Italia, afflitto da varie e ataviche forme di illegalità, che spesso impediscono un vero sviluppo del paese e ci riempiono di ridicolo all'estero.
Parla anche -unica lista- di ripristino dell'articolo 18 e del valore del contratto nazionale. Della democrazia nei luoghi di lavoro.
Parla -unica lista- di introduzione di una legge patrimoniale.
Poi, di laicità e diritti civili, di cultura, istruzione, ricerca. Di salute e ambiente. Della questione morale (e lo fa anche meglio di Grillo). E di pace.
Importante quest'ultimo tema oggi che i rischi di conflitti sempre più estesi ci riguardano sempre di più.

Questi sono i temi veramente importanti.

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