giovedì 6 dicembre 2012

a che cosa servono le primarie?

Le primarie del Centro-sinistra (ma praticamente del Partito Democratico) si sono concluse senza grossi colpi di scena. Era abbastanza scontato che vincesse Bersani e che Renzi sarebbe andato benone.
Ci si aspettava, per la verità, qualcosa di più da Nichi Vendola, ma quest'ultimo ha commesso diversi errori e in politica gli errori si pagano.
Ad esempio, ha largamente snobbato la Federazione della Sinistra, si è allontanato da Di Pietro e ha suscitato diffidenza pure da parte della Fiom, ecc. Logico che in questo modo s'è giocato molti potenziali voti di sinistra (da notare che i 3 milioni di partecipanti alle primarie -non pochi, certo- sono comunque meno di un decimo dei voti validi alle ultime elezioni politiche del 2008).

Dunque, Vendola a parte, le cose sono andate più o meno secondo le aspettative. Ma allora a cosa sono servite queste primarie?
In realtà le primarie sono essenzialmente un notevole evento mass-mediatico. Soprattutto, poi, quando vengono sponsorizzate in modo così massiccio dai network (i quali invece tacciono sulla raccolta delle firme per i referendum sull'articolo 18, contro l'articolo 8 e per le pensioni).
Leggevo che i sondaggi -per quanto valgano- danno ora il PD in forte ascesa e, viceversa, i grillini in calo.
Ma i "piddini" hanno poco da esultare. Le operazioni mediatiche di marketing politico hanno effetti nel breve periodo. Già tra 3-4 mesi molti si saranno dimenticati delle primarie e allora avrà più peso la disoccupazione in crescita, la crisi economica, le fabbriche, i negozi e i laboratori artigianali che chiudono, i licenziamenti, i tagli alla sanità, le pensioni sempre più basse.

Ma le primarie, oltre ad essere uno spettacolo mass-mediatico, servono anche ad accentuare la personalizzazione della politica. Per cui si parla magari di Renzi, che è giovane e che vuole "rottamare" la vecchia generazione, oppure di Bersani, che giovane non è, ma che ha un'aria seria. Insomma, si parla di tutto, tranne che dei programmi.
E, infatti, le primarie servono proprio per NON parlare dei programmi, tranne magari qualche accenno, ma in termini di solito vaghi e generici. La competizione viene vissuta quasi come "tifo" calcistico (mi è capitato perfino di leggere termini come "rosicare" scritti da parte di qualcuno, entusiasta perchè ha vinto Bersani).
E d'altronde perchè parlare dei programmi, quando in sostanza sono molto simili?
Tra Renzi e Bersani potrà cambiare qualche cosuccia (tipo sui diritti civili o qualche ammortizzatore sociale in più o in meno, ma poca roba), ma la linea di fondo sarà in entrambi i casi l'agenda Monti.
Le misure "lacrime e sangue" (per i ceti popolari, naturalmente, figuriamoci se qualcuno si azzarderà a scalfire i privilegi) stile Monti -o BCE- proseguiranno, la gran parte della popolazione sarò sempre più ridotta alla povertà e l'economia sarà sempre più depressa e -grande paradosso- il debito pubblico, per il quale queste misure draconiane vengono emanate, invece di diminuire, aumenterà (così come è aumentato sia sotto Berlusconi, che sotto Monti).

Questa usanza di tenere le primarie, come è noto, viene dagli Stati Uniti. In Europa -per quanto ne sappia- esiste solo in Francia. In Italia se ne poteva benissimo fare a meno, ma poi, come sempre, ha prevalso la (pessima) abitudine tutta nostrana di imitare le cose peggiori degli altri.
E, in tempi di spettacolarizzazione mass-mediatica, la politica italiana -già spettacolo in sè- non poteva rimanere senza quest'altro "scoop". Come nascondere, sennò, il fatto che le politiche economiche del Bel Paese vengono in realtà sempre più decise a Bruxelles (o, meglio, a Berlino)? Quelle militari a Washington? Quelle civili (e sempre economiche) al Vaticano?

In Italia sarebbe di estrema utilità parlare, ad esempio, dell'Argentina, che è riuscita ad uscire da una tremenda crisi economica proprio quando lo Stato ha smesso di seguire le politiche di tagli al bilancio pubblico e, anzi, investendo su produzione, ma anche su scuola, sanità e salari.
Bisognerebbe discutere su come rilanciare e ammodernare l'industria italiana, su come andavano bene le aziende nostrane, quando c'era l'IRI e quanto vanno male ora che sono state privatizzate (vedi l'ILVA, l'Alcoa, l'Alitalia, tanto per fare qualche esempio).
Ma no, per carità: si discute di scandali, di "bunga-bunga", del "giovane" e "rottamatore" Renzi e di tante altre stupidate.
Logico poi che gli italiani si facciano un'idea distorta della politica e finiscano per seguire i peggiori ciarlatani e/o a non andare più a votare (come se, non votandoli, i politici si facciano qualche scrupolo e diventino più onesti; semmai il contrario).

Ebbene, a quasto servono le primarie: alla politica-show. Almeno in Italia.

1 commento:

  1. ciao! ti ho ritrovato da un vecchio commento di splinder :)
    sul tema non commento, diciamo che il mio livello di rabbia ha subito un notevole incremento.
    Cambiare (mi sa che non) si può..
    Buon Anno!

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