domenica 25 novembre 2012

Togliatti e Kennedy: due attentati a confronto

Il 14 luglio 1948 Palmiro Togliatti, segretario del Partito Comunista Italiano subisce un attentato con un colpo di arma da fuoco. Per fortuna riuscì a salvarsi e, dopo un intervento e il ricovero ospaedaliero, ritornò al lavoro.
Come è noto, ben altra sorte toccò, 15 anni più tardi (il 22 novembre, esattamente 49 anni fa), al Presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy, il quale, invece, non sopravvisse al suo attentato.

Fra i due personaggi vi è una cosa in comune: entrambi, al momento dell'attentato, erano i più alti esponenti del fronte progressista nei rispettivi paesi. Entrambi rappresentavano milioni e milioni di elettori; entrambi erano leaders di un grande partito progressista; entrambi "dividevano", se così si può dire, la società tra i loro sostenitori e i loro antagonisti.

Ma tra Togliatti e Kennedy c'erano anche notevoli differenze. A parte quelle politico-ideologiche ben note (comunista il primo, progressista -ma anticomunista- il secondo), c'era un'altra differenza che andrebbe sottolineata e che non riguardava tanto i personaggi nello specifico, quanto i loro rispettivi partiti.

Veniamo alla cronaca:
dopo l'attentato a Togliatti, la reazione del popolo italiano fu immediata ed impressionante: per un'intera settimana l'Italia rimase paralizzata da scioperi, manifestazioni con durissimi scontri (14 morti), occupazioni di fabbriche, assalti ai commissariati (tra i quali quello di Milano).
Insomma l'Italia era in uno stato a dir poco pre-insurrezionale e i poteri forti hanno vissuto sicuramente giorni di grande terrore.
Significativo, tra l'altro, fu il fatto che il tutto si calmò (lentamente) grazie proprio al decisivo intervento dello stesso Togliatti, il quale dal letto del suo ospedale fece appello alla calma e alla cessazione delle agitazioni.

Neanche l'ombra di una simile reazione si riscontra negli USA dopo l'attentato a Kennedy, peraltro mortale, in questo caso.
Certo, ci fu indignazione, costernazione, dolore, dubbi, sospetti. Ma non ci fu alcuna mobilitazione popolare e i poteri forti americani nemmeno per un secondo hanno avuto un accenno di paura.

Perchè tali differenze?
Di motivi se ne potrebbero trovare diversi, ma ce n'è uno -a mio avviso- che appare fondamentale e decisivo: la profonda differenza tra il PCI italiano e il Partito Democratico americano.

Il Partito Comunista Italiano era un partito di massa, fortemente radicato tra i lavoratori e nei quartieri popolari e ben organizzato. Aveva non soltanto una forte teoria, ma lavorava anche sotto l'aspetto culturale, sociale ed economico. Il PCI diede un contributo decisivo alla sprovincializzazione di molti ceti popolari italiani e rimase per decenni un punto di riferimento insostituibile per milioni di persone.
Insomma, era molto più di un semplice partito d'opinione. Gli iscritti -ma anche i soli votanti- si identificavano nel partito e nel "loro" segretario.
Poi, certo, anche il fatto che c'era stata pochi anni prima la Resistenza (in cui lo stesso PCI ebbe un ruolo notevole) diede il suo contributo.

Viceversa, il Partito Democratico americano (così come oggi il PD italiano) era un classico partito d'opinione. Finanziato dalle potenti lobbies, può trovare, tra i ceti popolari, simpatie, voti, qualche vago sostegno, ma niente più.
E' un po' la tendenza che ormai da decenni si è affermata anche in Italia (dove, chissà perchè, si tende ad acquisire sempre e solo le cose peggiori dall'America e mai quelle migliori), dove ormai i partiti di massa sono semi-scomparsi ed è nata una pletora di partiti "leggeri" e d'opinione, spesso facenti capo ad un personaggio famoso. L'ultimo "parto" è un po' l'esaltazione di questa tendenza: il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, fenomeno altamente mass-mediatico.

Senza esaltazioni "rivoluzionarie" o "insurrezionali", ciò che accadde in Italia dopo l'attentato a Palmiro Togliatti dimostra, però, una cosa importante:
che allora i lavoratori e le classi popolari italiane erano organizzate e capaci di dare risposte fortissime e che il potere era costretto a rispettarle e a farci i conti.
Oggi, finche non si ricostruiranno partiti di quel tipo, le grandi lobbies economico-bancario-mafiose dormono sonni tranquilli.
E non sarà certo un grillo parlante a turbarli.

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