martedì 5 giugno 2012

Terremoto: una calamità naturale. Ma non solo...

Fare delle considerazioni generali su un terremoto e i suoi effetti non è mai cosa troppo semplice, viste le reazioni emotive dei lettori. Facile scadere nella retorica o nei commenti banali e scontati o in frasi strappa-applausi, ma che però poi non portano a niente di concreto.
Ci vuole pure poco per essere accusati di strumentalizzare un evento drammatico, quando si tenta di indagare delle responsabilità per tali drammi.
Perchè, sì, è vero che un terremoto, come un'alluvione, sono eventi naturali spesso non prevedibili. Sono "capricci" della natura, su cui gli esseri umani possono farci poco.

Ma è anche vero che, in realtà, possiamo farci spesso molto più di quanto si è portati di solito a pensare. Ossia, prevenire.
Non si spiega altrimenti come mai in Giappone terremoti assai più potenti di quelli italiani producono di solito danni umani e materiali molto minori.
Molti degli edifici o capannoni industriali in Emilia -così come all'Aquila tre anni fa- sono crollati, perchè costruiti con materiali scadenti o comunque non in regola con le norme antisismiche. Parlo naturalmente delle costruzioni recenti (su quelle antiche personalmente ignoro se esistano delle tecniche per renderle antisismiche).



Stesso discorso va fatto -anzi, qui a maggior ragione- per le alluvioni: si costruisce a destra e manca, senza un minimo di criterio, spesso abusivamente (ma tanto poi i condoni edilizi sono la normale prassi), finchè poi la natura "si ribella", distruggendo strade, case, facendo vittime, ecc. Quando questo accade, come al solito tutti che piangono per la disgrazia, tutti che solidarizzano con gli alluvionati, per poi, passati i canonici 3-4 giorni, ritornare alla vita normale e, soprattutto, a ricostruire nei luoghi più assurdi, come se niente fosse.

Allora, le frasi di circostanza, del tipo "siamo solidali con i terremotati" in questi giorni servono a poco. Al limite una frase così andrebbe detta fra 2/3 mesi, quando tutti ormai -tranne gli abitanti del luogo- si saranno dimenticati del terremoto e i riflettori dei mass-media saranno puntati altrove, magari sulle prossime nozze di qualche principe o sulla farfallina di Belen (vedi la popolazione dell'Aquila, già dimenticata da tutti).
Frasi come "di fronte al dolore dobbiamo essere uniti", oppure "non strumentalizzare il dramma umano", a che servono? A volte mi sembra soltanto a coprire le responsabilità di tutti quelli che potevano (anzi, dovevano) intervenire in senso preventivo prima che succedesse il disastrro e si sono guardati bene dal farlo.
Purtroppo è vero: l'Italia è il paese del "finchè non ci scappa il morto...(e anche dopo che ci è scappato e tutti se ne sono dimenticati)...tirammo a campà". E qualcuno ci si arricchisce sopra. Vedi, ad esempio, i costruttori, risparmiando sul materiale e altro. E qualcun altro ci muore.

Allora sarebbe sicuramente utile stanziare soldi per questi eventi. Ma sarebbe forse ancora più utile combattere seriamente la varie mafie che si annidano nelle istituzioni. Altrimenti, come sempre succede, lo Stato stanzia i soldi, ma poi questi chissà dove vanno a finire...

Purtroppo in Italia, la tendenza non è quella di aumentare la prevenzione, ma esattamente il contrario. Gli ultimi governi, e in particolare il Governo Monti, tagliano fondi a tutto spiano, secondo la logica che i cittadini e gli Enti Locali debbano arrangiarsi da soli.
Recentemente è passato il decreto per cui lo Stato non risarcirà più i cittadini colpiti dalle calamità naturali.
I privati, nonchè gli EELL, dovranno ricorrere alle polizze assicurative. Ennesimo regalo -come se ce ne fosse bisogno- a quei pescecani delle compagnie assicurative (chiedo scusa ai pescecani per il paragone offensivo).
E dove li trovano gli EELL i soldi per assicurarsi? Ma naturalmente tartassando ulteriormente i poveri cittadini.

Altro che terremoto...

Nessun commento:

Posta un commento