giovedì 24 maggio 2012

gli elettori europei bocciano il rigore BCE

In questo maggio ci sono state delle votazioni in diversi paesi europei. Le più importanti sono state le presidenziali in Francia e le politiche in Grecia.
In modo particolare, in quest'ultimo paese la bocciatura delle politiche restrittive, del "rigore", decise dalla BCE e dal FMI da parte del popolo ellenico non poteva essere più netta!
Ma anche in Francia Sarkozy ha subito una dura sconfitta. Vincitore, come sappiamo, è stato Francoise Hollande, che ha promesso -se poi lo manterrà è ancora tutto da vedere- un cambiamento nelle politiche economiche. Decisivo per il trionfo di Hollande è stato l'apporto del Front de Gauche (e del PCF).

Nelle ultime amministrative italiane il dato sicuramente più importante è stato l'aumento dell'astensionismo. Il secondo dato significativo è l'ascesa dei "grillini". In entrambe i casi è la protesta (o la disillusione) a prevalere.
Ma la cosa forse più significativa sono i risultati delle elezioni in due laender tedeschi: soprattutto nel Nordreno-Westfalia la CDU, il partito di Angela Merkel, prende una batosta.
Se pensiamo che la Germania è fra gli Stati europei meno toccati (finora) dalla crisi economica, e dove (ancora) non si parla di manovre restrittive, il risultato è veramente notevole!

Quindi, al di là delle differenze tra paese e paese, il dato comune che emerge è la netta contrarietà all'Europa delle banche. Quella che ha imperato finora.
Per la Grecia si profila addirittura un'uscita dall'euro. Non sappiamo al momento se ciò accadrà, ma penso che quest'eventualità -anche nel caso dell'Italia- avrebbe vantaggi, ma anche svantaggi.
La questione da risolvere, secondo me, è un'altra: lo strapotere del capitale finanziario.
Non mi stancherò mai di ripetere che la Cina è uscita dalla crisi perchè lì lo Stato controlla le banche e non viceversa, come da noi.

C'è un meccanismo perverso e assurdo, per il quale la BCE quando presta i soldi agli Stati, i cosidetti "aiuti" (a mettersi il cappio) non li dà direttamente a loro, bensì alle banche, ad un tasso molto basso (circa l'1%) di interesse. Queste le prestano agli Stati con tassi del 4% e oltre! Realizzando, così, guadagni colossali, ovviamente a nostre spese.
Gli aumenti delle tasse, i tagli alle pensioni, ai servizi, ecc. vanno a finire in gran parte lì, alle banche. Oddio, un (bel) po' anche al Vaticano e ai vari potentati economici.
O anche per l'acquisto (18 miliardi di euro) degli inutili (e per giunta difettosi) cacciabombardieri F35.
Poi, per creare lavoro, per i servizi sociali, per le pensioni..."non ci sono i soldi"!!!
Serve a poco prendersela genericamente con i partiti. Anche se quelli che sono oggi in parlamento fanno politiche sicuramente molto discutibili.

Tornando all'Europa, bisogna dire che i greci, attraverso le loro lotte prima e tramite il voto ora, hanno dato un chiaro e forte segnale all'europa dei banchieri. Un segnale che è stato ampiamente colto.
In Italia, come al solito, facciamo ridere i polli: il PD non solo continua ad appoggiare il banchiere Monti, ma purtroppo continua ad esercitare una notevole influenza sul sindacato più forte, la CGIL, frenandone l'attività. Il minimo, ma veramente minimo, che andrebbe fatto è uno SCIOPERO GENERALE.
Per il resto, gli italiani non sanno che pesci prendere e sfogano la loro (sacrosanta) rabbia in un generico odio contro la politica tuot-court (senza distinzioni) andando ad incrementare l'astensionismo elettorale, oppure con il voto di (sterile) protesta grillino. In entrambe i casi alle banche facciamo il solletico.

Serve una forza politica (e un sindacato) seriamente di sinistra. Veramente dalla parte del popolo. Solo una sinistra seria, forte, coraggiosa (ma non estremista) potrà cambiare le cose.

Così è accaduto in Grecia e in Francia. Così dovremo fare pure da noi.

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