martedì 3 marzo 2015

l'ISIS e il suo potente impatto mediatico

Inizio il discorso partendo dall'assunto -tutto da dimostrare- che ciò che i mass-media ci riferiscono sull'ISIS sia tutto vero.
Parto da quest'assunto, perchè quelli come me -si sa- sono facile preda delle accuse di "complottismo" (come se la storia non ci insegnasse che fin dall'antica Roma gli intrighi e i complotti sono sempre stati il pane quotidiano dell'attività politica).

Dunque, accettiamo l'idea che l'Isis sia nato spontaneamente, sulla base del solo fanatismo islamico. Che sia poi cresciuto enormemente, che abbia acquisito (non si sa come) una mole impressionante di armi, attrezzature e soldi tale, da riuscire a creare addirittura uno Stato proprio, a tenere testa all'esercito siriano e ad espandersi addirittura in Libia, a distanza di migliaia di chilometri dall'Iraq, dove è inizialmente sorto.

Dell'Isis colpisce intanto una cosa: da una parte i suoi militanti e i capi appaiono essere dei personaggi brutalmente feroci, ultra-fanatici, violenti, intolleranti, e dunque, in finale, molto rozzi. Dall'altra, però, sono riusciti incredibilmente ad elaborare una strategia comunicativa estremamente raffinata ed efficace.
Essi, infatti, filmano accuratamente ogni loro "malefatta", dalle esecuzioni dei loro prigionieri, alla distruzione di opere archeologiche nei musei. E' notevole anche la qualità di certi video, a volte ottima.

Verrebbe da chiedersi, poi, come mai una simile intelligenza mediatica si accoppia, di nuovo, al suo opposto, la stupidità. Ossia, che interesse hanno questi (sedicenti) islamici a divulgare a tutto il mondo un'immagine così negativa dell'islam, visto come una religione di pazzi, fanatici, violenti, intolleranti, criminali e che disprezza la vita umana e pure l'arte e la storia?

Ma, va bè, diamo per buona anche questa, ammettiamo, cioè, che l'Isis abbia tutto l'interesse soltanto a spaventare il mondo (e la stragrande maggioranza degli stessi islamici, i quali sono inorriditi al pari di noi per le atrocità commesse dall'Isis).
Ammettiamo che la realtà coincida perfettamente con le drammatiche notizie e soprattutto con le numerose immagini e video che ci giungono sull'Isis (in realtà di notizie ce ne arrivano ben poche e confuse; praticamente sull'Isis ci arrivano solo immagini e video).
Dunque evitiamo qualsiasi sospetto di essere "complottisti".

 
Anche in questo caso, però, sorge una domanda grande come un grattacielo: perchè i nostri mass-media hanno contribuito a divulgare in modo così massiccio e generoso tali immagini e video dell'Isis, rendendosi complici -di fatto- della strategia comunicativa di questi pazzi criminali?
Per settimane sono apparse quotidianamente -spesso sulle prima pagine dei quotidiani o tra le prime notizie dei telegiornali- gigantografie degli uomini incappucciati e vestiti di nero, con un coltello in mano, pronti a sgozzare il povero prigioniero. Perchè?
Stesso discorso riguarda anche internet. Perchè se è vero che quest'ultimo è forse impossibile da controllare al 100%, è pure vero che le gigantesche compagnie del web (Google, Facebook, ecc.) hanno sicuramente il potere di esercitare un forte controllo sulla rete e di limitare al massimo la diffusione di questi video, la quale, invece, è stata letteralmente esplosiva e senza limiti.

Ora, è credibile che i grandi gruppi editoriali, le agenzie di stampa, gli imperi televisivi e le colossali aziende che controllano e gestiscono (grandissima parte di) internet, si siano fatti manipolare e abbiano ingenuamente contribuito a servire una strategia mediatica di un gruppo di rozzi e fanatici, come quelli dell'Isis?
Perchè, è vero che il pessimo giornalismo campa di sensazionalismi (e cosa c'è di più "sensazionale" delle immagini degli incappucciati che puntano il coltello alla gola della vittima o che bruciano vivo un uomo in gabbia?). Ma quello è, appunto, pessimo giornalismo.
Un quotidiano (o un telegiornale) serio e professionale dovrebbe evitare di pubblicare immagini del genere e dovrebbe semmai sforzarsi di dare un'informazione un po' più puntuale e attendibile di ciò che sta effettivamente accadendo.

Viceversa, i nostri mass-media -anche quelli più quotati- sembrano avallare una certa concezione dell'"informazione", che si basa sempre più sulla potente reazione emotiva suscitata da certe immagini, e sempre meno su un'analisi un minimo attendibile delle reali dinamiche in corso, lasciando l'utente in una condizione di sostanziale ignoranza, ma fortemente turbato.

Senza contare il fatto, poi, che tutte queste immagini e video (sempre ammesso che siano reali e non costruiti artificialmente) contribuiscono letteralmente a gettare benzina sul fuoco, alimentando i già fortissimi pregiudizi e stereotipi negativi che la maggioranza degli italiani e occidentali già hanno sul mondo islamico e sulle popolazioni arabe.

 
In conclusione a me sembra fin troppo evidente che dietro alla massiccia e inquietante diffusione di immagini e video raccapriccianti sull'Isis da parte dei nostri mass-media non ci sia affatto ingenuità, bensì una vera e propria strategia.
Ossia, quella di alimentare le paure e l'odio verso le popolazioni arabo-islamiche -e verso il terrorismo in genere- al fine evidente di favorire e far accettare qualsivoglia intervento militare della NATO e le relative spese (che naturalmente paghiamo noi).

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