giovedì 6 novembre 2014

25 anni di Crollo del Muro di Berlino: propaganda mediatica e realtà (nascosta)

25 anni fa crollava il Muro di Berlino, mettendo fine ai "regimi" socialisti dell'Europa dell'Est, al Patto di Varsavia e alla guerra fredda.

La prima cosa da dire sull'evento specifico del 9 novembre 1989 è che tale fatto è stato talmente spettacolarizzato dai mass-media, che pochissimi sanno o ricordano come si svolsero effettivamente i fatti e come si arrivò all'abbattimento del muro.
La continua riproposizione di immagini in cui il "popolo" prende a picconate il muro o ci si arrampica sopra per festeggiare, è servita e serve a dare l'idea che quello sia stato un episodio "rivoluzionario", o qualcosa di simile: i tedeschi (sia dell'est che dell'ovest) che si sollevavano contro l'odiato muro che divideva in due la loro ex capitale e anche contro il "regime totalitario" della Repubblica Democratica Tedesca.

In realtà le cose andarono molto diversamente.
Tutto partì dal fatto che il governo della DDR di Egon Krenz (che aveva sostituito da poco Honecker) decise di aprire le frontiere con la Germania Occidentale e di dare il permesso ad alcuni suoi cittadini di espatriare.
Il popolo berlinese si è "sollevato" ed ha assaltato l'odiato muro DOPO aver appreso tale notizia e soltanto quando ha capito che nessun soldato della DDR gli avrebbe sparato addosso (magari fossero così semplici le vere rivoluzioni...).

Il processo che ha portato allo scioglimento della Repubblica Democratica Tedesca (DDR) e alla successiva unificazione con la Germania Occidentale (anche se di fatto è accaduto che quest'ultima ha annesso la prima) è stato un percorso molto più di vertice che di base. Il grosso della popolazione tedesca orientale è rimasto semmai spettatore passivo degli eventi.

Discorso molto simile va fatto per tutti gli altri paesi dell'Europa dell'Est, Unione Sovietica compresa: il passaggio dal regime socialista a ciò che noi chiamiamo "democrazia" (ossia, in realtà il capitalismo) è stato dappertutto un'operazione d'elite, in cui le popolazioni locali hanno svolto un ruolo assai marginale (le manifestazioni di piazza in concomitanza con tali passaggi vedevano tutt'al più la presenza di poche migliaia di persone).
Prova ne è che con l'avvento (o, meglio, il ritorno) del capitalismo, i "nuovi ricchi" che sono emersi in quei paesi provenivano -guarda caso- un po' tutti dalla vecchia classe dirigente degli ex Stati socialisti.

Inoltre, dà da riflettere un fatto curioso: ricordo personalmente che prima dell'89 da noi si diceva che nei paesi a Socialismo Reale la gente viveva male e che, se avessero potuto, sarebbero scappati tutti in Occidente.
E' significativo che l'immenso flusso migratorio dai paesi dell'Est Europa sia avvenuto, viceversa, negli anni successivi alla ottenuta "libertà".
Certo, si potrebbe obbiettare che prima dell'89 quei regimi proibissero alle loro popolazioni di andarsene via da lì (eppure un certo flusso, anche se molto più modesto, esisteva già allora). Ma non si capisce lo stesso come mai, ora che questi hanno raggiunto la tanto agognata "libertà", se ne siano fuggiti in massa, invece di rimanere a casa loro, per costruire dei paesi finalmente liberi, indipendenti e progrediti.

L'unica spiegazione di tale enorme flusso migratorio è che in realtà l'apertura al capitalismo occidentale ha fatto sì che numerose ricchezze e realtà produttive di quei paesi sono state svendute agli occidentali, molte fabbriche sono state chiuse e soprattutto molte garanzie sono andate perdute. Casa, lavoro, assistenza sanitaria, scuola, e così via. Nulla di tutto ciò è più garantito e la povertà in questi decenni è cresciuta, assieme alla delinquenza, alle varie mafie e alla prostituzione.

Nel 2009, vent'anni dopo il Crollo del Muro di Berlino, fece scalpore un sondaggio effettuato nella Germaina Orientale, in cui oltre la metà della popolazione riteneva che si vivesse meglio quando c'era la DDR.

Ma anche in Italia la fine del Socialismo Reale dei paesi dell'Est ha avuto, com'è noto, delle forti ripercussioni. In modo particolare, spingendo verso la fine del Partito Comunista Italiano e -ancor di più- favorendo l'avvio delle politiche liberiste, le quali stanno portando il nostro paese (e non solo il nostro) verso lo sfascio economico, politico e morale di questi giorni.

E noi festeggiamo ancora quest'evento?

Nessun commento:

Posta un commento