martedì 10 giugno 2014

l'enorme differenza tra essere informati, e avere una coscienza politica

Partiamo da un presupposto del tutto irrealistico: supponiamo, per assurdo, che tutte le informazioni che ci giungono dai mass-media o dalle varie forze politiche siano attendibili ed imparziali.

Quindi, diamo per buono che tutti i paesi che gli Stati Uniti intendono attaccare (spingendoci a farlo anche noi) siano, guarda caso, tutti governati da feroci dittatori (o, come si dice, dei “novelli Hitler”). Diamo per buono che in Italia tutto funzionerebbe ottimamente, se non ci fossero gli unici problemi del paese, ossia, il debito pubblico, gli immigrati, l’eccessivo statalismo, il costo del lavoro troppo alto e poco flessibile, l’INPS sempre in rosso… E diamo per buono che tutti gli esponenti della forza politica XY siano bravi e onesti, mentre tutti gli altri siano inevitabilmente ladri, corrotti, quando non mafiosi.
Diamo, ancora, per buono che il Papa, il clero cattolico e tutti i militanti delle relative associazioni siano tutte persone squisite, sempre sorridenti, generose, umili, piene di amore verso il prossimo (banchieri dello IOR e preti pedofili compresi, naturalmente) e che si prodigano tutti i santi (è il caso di dirlo) giorni per aiutare i poveri e i bisognosi, mentre chi crede in altre confessioni lo sia molto di meno, e in modo particolare i musulmani, i quali, viceversa, sono brutti, prepotenti, rozzi, antipatici, violenti, mezzi terroristi, invasati di odio e la cui unica ossessione è quella di costringere noi occidentali a convertirci all’islam, o in alternativa ad ucciderci senza pietà.
E diamo per buono che….no, vabbè, può bastare.

Nella società moderna siamo letteralmente bombardati da centinaia, se non migliaia, di notizie: dall’ultimo flirt dell’attrice x, alla colazione del principe y, al neonato figlio del calciatore z, all’attentato terroristico nel Bahrein.
In teoria dovremmo avere tutti, a causa di ciò, un elevatissimo livello di consapevolezza sulla nostra società, sul mondo in cui viviamo, il che dovrebbe tradursi in una buona coscienza politica diffusa (palesata dal crescente astensionismo elettorale).

Ironia a parte, per ottenere un livello di coscienza politica adeguata il problema non è la quantità delle informazioni, ma IL MODO COME VENGONO ORDINATE ED INTERPRETATE.

Il primissimo passaggio per interpretare le notizie è quello, intanto, di ordinarle per importanza. Potrebbe sembrare una banale questione di buon senso, ma molto spesso non è così. Anzi, a volte serve un elevato livello di professionalità e di esperienza in un campo per distinguere un’informazione significativa, da un’altra che appare tale, ma non lo è.
Un secondo passaggio importante è quello di capire qual è la fonte delle notizie (sarebbe anche da verificarne l’attendibilità, ma ovviamente non è un lavoro alla portata di tutti; ma già tenere ben presente la fonte, può essere intanto un passaggio utile).

Dopodiché si passa alla decifrazione vera e propria. Ottenere migliaia e migliaia di notizie, se poi non sappiamo come interpretarle, serve a ben poco, o potrebbe essere addirittura fuorviante.
Mi viene in mente un esempio un po’ estremo (ma tutt’altro che infrequente!): due persone che abitano nella stessa casa, o nella stessa camera (mettiamo marito e moglie), i quali, dopo anni ed anni di frequentazione quotidiana –dalla quale hanno potuto trarne miriadi di informazioni sull’altra persona- scoprono alla fine di non conoscersi affatto e di essersi fatti un’opinione assai distorta dell’altra persona.
Ecco un esempio lampante di come a volte il bombardamento di notizie possa servire a ben poco, se poi non si sa come interpretarle. E se ciò può accadere e accade tra due conviventi, figuriamoci tra i cittadini e i personaggi politici (o i partiti)!

Le dinamiche sociali –e, di conseguenza quelle politiche- presentano un tale livello di complessità e di articolazione, che è estremamente difficile farsi un’opinione adeguata su una determinata politica, sulla base di semplici informazioni (anche supponendo che queste siano attendibili).
Una comprensione un minimo adeguata –e, quindi, un principio di coscienza politica- può darsi soltanto sulla base di una VISIONE COMPLESSIVA della società, quella che comunemente chiamiamo “ideologia”.
La vera e propria coscienza politica si ha nel momento in cui una persona diventa consapevole di far parte di un determinato settore sociale e di quali interessi questo settore esprime. A livello più generale, è la consapevolezza di far parte di una determinata classe sociale.

Non è certo col “bombardamento” di notizie sulla disonestà dei politici, che si crea una coscienza politica. Con tale metodo l’unico risultato è provocare indignazione, rancore, ma anche pregiudizi, e infine sfiducia. Oppure, la disponibilità da parte di numerose persone a seguire ciecamente qualunque leader carismatico che APPAIA più onesto o comunque migliore degli altri (che poi lo sia veramente è tutto da dimostrare).
Quando Marx, Lenin e Gramsci hanno elaborato le loro concezioni teoriche miravano proprio a realizzare una coscienza politica e di classe ai lavoratori, ai ceti popolari. Anche loro avrebbero potuto rivelare numerose notizie circa i politici disonesti, ma si sono ben guardati da simili banalità “grilline”: il loro obbiettivo era molto più nobile.

Un’ultima osservazione: stiamo molto attenti alle miriadi di “notizie” che circolano sul web, spesso con filmati dubbi. Molte di esse sono bufale e purtroppo il comportamento diffuso in tante persone è quello di condividere in modo meccanico tali “scoop”, senza domandarsi quanto ci possa essere di vero.

2 commenti:

  1. si ho capito tutto bello ma poi se a sinistra (se così vogliamo ancora chiamare quell'accrocchio patetico di partitucoli pseudo comunisti) si presentano sempre quei quattro cialtroni inconcludenti uno che fa? #prosciuttosugliocchi a go-go?
    Il problema dell'Italia sono gli Italiani. Il problema della sinistra italiana è che è composta da italiani. Inaffidabili egocentrici tendenti all'approfittamento del minimo potere. E francamente giocare ancora a fare "il mio ombelico è più trozkista del tuo" nel 2014 è pateticamente sconfortante. O sconfortantemente patetico.
    https://www.youtube.com/watch?v=SFvCx6w_ptE

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  2. concordo ovviamente, anche se ritengo che uno possa 'open the eyes' (per citare l'anonimo sopra) 'anche' attraverso denuncia i misfatti, magari urlando, magari senza avere un background di formazione politica dietro..
    il punto è, e i riferisco di nuovo al commento sopra: 'chi' può fornire adesso (80 anni dopo Gramsci, 30 anni dopo Berlinguer...) questa indispensabile formazione?
    se la sinistra (radicale ovviamente) non la smette di discutere anche su cose francamente inutili come il bikini della Bacchiddu o l'accettazione della candidatura da parte della Spinelli (solo per fare l'ultimo esempio) non si farà ai un passo avanti..!
    ciao

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