martedì 3 dicembre 2013

Grillo, il M5S e Gramsci


Antonio Gramsci può essere considerato un semi-sconosciuto. Almeno in Italia (all’estero è molto più studiato che da noi).
In teoria tutti sanno chi è stato, molti lo citano, ma sono pochissimi quelli che veramente conoscono le sue geniali –è il caso di dirlo- analisi e intuizioni, anche a sinistra e perfino tra i comunisti. Il fatto che la frase sua di gran lunga più citata sia quella sugli “indifferenti” (che risale al Gramsci giovane, immaturo e ancora venato di idealismo) la dice lunga.
In realtà il “vero” Gramsci è quello delle Tesi di Lione, quello del “blocco sociale e storico”, dell’”egemonia”, quello dell’”intellettuale organico”, dell’”intellettuale collettivo”, delle “casematte”, del “senso comune”, eccetera.

Ma veniamo a Beppe grillo e al Movimento 5 Stelle.
In che modo ci può aiutare Gramsci?
Intanto con il suo discorso sull’egemonia (l’egemonia in Gramsci è la capacità di una classe sociale –in genere quella dominante- di far passare i propri interessi di classe come interessi generali della società).

In Italia negli ultimi 30 anni i ceti dominanti (banchieri, grandi imprese, gerarchia ecclesiastica, dirigenti vari), ossia la borghesia, hanno ripreso alla grande il controllo della società, sconfiggendo il movimento operaio, eliminando un partito come il PCI e qualsiasi altro partito seriamente di sinistra, “rottamando” –per usare un termine alla moda- la teoria marxista, ormai considerata “vecchia ideologia superata”.
Ora, è vero che la borghesia è, a sua volta, divisa al suo interno e i suoi vari settori sono spesso in guerra tra di loro. Ciononostante, essa esercita un’egemonia politico-ideologica talmente forte, che perfino il malcontento popolare e di classe –anche radicale- trova in parte espressione in un “movimento” borghese, quello del M5S di Grillo e Casaleggio (si chiama “movimento”, ma è un’azienda con tanto di titolare, che è Grillo).
Milioni di proletari, anche persone tradizionalmente di sinistra, oggi sono sempre più attratti dal M5S, a riprova di quanto l’egemonia della borghesia sul popolo italiano sia potentissima e pervasiva. E di quanto il “senso comune” –per usare sempre un concetto gramsciano- si sia spostato a destra.

Ma l’enorme seguito che il M5S riscuote fra i ceti popolari non deve trarre in inganno: la vera natura di questo movimento-azienda è squisitamente borghese. Ossia, la sua base sociale sono le piccole-medie imprese e anche quelle grandi, ma poco internazionalizzate e finanziarizzate. Che sono poi gli stessi settori sociali che fino a poco tempo fa seguivano Berlusconi, la Lega e Alleanza Nazionale, ma anche –nelle regioni cosiddette “rosse” - il PdS-DS-PD.
Oggi questi strati sociali risentono della crisi economica e delle politiche europee di austerità e non si sentono più tutelati dalle forze politiche “tradizionali”. Si stanno sempre più radicalizzando e seguono sempre più Grillo.
E in effetti le misure concretamente portate avanti dai pentastellati laddove governano gli enti locali sono a favore delle piccole imprese.

Anche qui vediamo quanto sia utile distinguere fra “base sociale” e “base di massa” di una forza politica. La prima è la classe sociale (o una parte di questa) che una determinata forza politica rappresenta effettivamente, ossia, è ad essa organica, mentre il secondo caso (“base di massa”) è composto da larghi strati di ceti popolari che seguono una determinata forza politica, anche se quest’ultima –al di là dei discorsi strumentali e demagogici- non persegue i loro interessi (o lo fa solo in minima parte), e, anzi, spesso persegue interessi opposti.
E’ il caso del “Movimento” 5 Stelle, che ha la sua base sociale nella piccola-media borghesia nazionale e la base di massa nei ceti popolari italiani, i quali si illudono di aver trovato finalmente un loro riscattatore.

Un altro concetto gramsciano sicuramente da tenere presente è quello di “sovversivismo delle classi dirigenti (o sovversivismo dall’alto)”.
Il M5S rientra –a mio avviso- pienamente in questa categoria.
E non tanto per la banale considerazione che Beppe Grillo e a maggior ragione Casaleggio (probabilmente il vero “padrone” del M5S) sono miliardari e il secondo è un grande imprenditore nella comunicazione (guarda caso…). Anche molti dirigenti comunisti storici erano di estrazione borghese.
Ma il vero motivo risiede nel fatto che, a differenza dei comunisti (almeno quelli seri), il M5S non organizza i ceti popolari e soprattutto non fa un lavoro di coscientizzazione di questi, attraverso un lavoro teorico-ideologico e di analisi complessiva. L’attività di Grillo –prendere di mira di volta in volta singoli personaggi o singole aziende, in modo estemporaneo e, almeno all’apparenza, senza un preciso disegno organico- non rientra in ciò. E di sicuro tale comportamento non rafforza i ceti popolari.

In questi ultimi decenni il movimento operaio e i comunisti hanno perduto un’importante “casamatta” (altro concetto gramsciano): quella teorico-ideologica.
Il disorientamento, la confusione, le divisioni che regnano nella sinistra nostrana e tra i comunisti, e quindi l’annullamento politico, ne sono una conseguenza.
Forse è proprio dal ricostruire la “casamatta” teorico-ideologica che occorre ripartire.
 

9 commenti:

  1. Bollare i 5 stelle tutti indistintamente come una roba a metà tra i forconi e i descamisados peronisti denuncia tutta l'inadeguatezza di certi vecchi schemi ad una comprensione soddisfacente della realtà attuale.
    Che poi quando uno mi parla di sovversivismo delle classi dirigenti penso a tipetti come Berlusconi & c.(oggi) e Andreotti & c. (ieri), non certo ad un manipolo di persone (talune) sprovvedute forse, ma idealiste (nella loro stragrande parte) sicuro, come sono i 5s nella loro componente parlamentare (e popolare). Che i parlamentari, poi, si sono (unici o quasi) opposti con successo alla modifica della "valvola salvavita" della costituzione, l'art. 138, che i "compagni" volevano modificare, a proposito di sovversivismo delle classi dirigenti.
    Grillo i suoi soldi se li è guadagnati con gli spettacoli: chi vuole ci va e glieli dà, chi no no. E non mi sembra abbia mai frodato il fisco, a differenza di qualcun altro. Non mi sembra un buon argomento quello per cui uno, siccome "cià li sordi" deve per forza prendere a calci o fottere chi non li ha o ne ha di meno.
    Anzi mi sembra una visione piuttosto da bar sport.
    Coscientizzazione delle classi popolari. Che vuol dire? I 5s hanno restituito i soldi non necessari, predicano e praticano una politica a costo quasi zero, si sono opposti alle modifiche del 138 cost., agli f135, fanno uscire tutti gli emendamenti porcata che pd e pdl quotidianamente acchittano per loro esclusivo tornaconto. Per carità, tutto ciò al netto di errori, manchevolezze, limiti e compagnia. Si può sempre migliorare, si deve sempre migliorare. Il monopolio della buona politica volenterosa non ce l'hanno loro, ammesso che la buona politica sia tutta lì.
    Però non sarebbe il caso di fare delle analisi un po' meno dei massimi sistemi e un po' più calate nel concreto e nel vivo?

    RispondiElimina
  2. ah, giolitti diceva che per fare una nazione ci vogliono almeno due generazioni di buon governo e di buon esempio...noi forse ne avremo avuto due anni in 150!

    RispondiElimina
  3. GIULIETTO CHIESA (da facebook)

    Il voto online del M5S (che ha detto no al reato di clandestinità) dice una cosa essenziale (tra le molte che qui non citeremo): che chi lo aveva catalogato come movimento populista dai contorni nebulosi, qualunquisti, di protesta, si sbagliava. E', in larga prevalenza, un movimento di persone civili, che vogliono cambiare il paese, moralizzarlo, e che sanno essere solidali con chi è più debole. Riguarda i militanti più consapevoli, certo, ma sicuramente non contraddice gli umori prevalenti dei quasi nove milioni che lo votarono a febbraio 2013. E' un segnale importante e positivo per il nostro paese e per la rivoluzione intellettuale e morale di cui ha bisogno.

    RispondiElimina
  4. E ho detto Giulietto Chiesa...

    RispondiElimina
  5. carissimo Anonimo.
    Mi decido a risponderti solo adesso (non so nemmeno se sei una sola persona o se i precedenti commenti sono di più persone, ma tant'è). Dicevo, solo ora perché ho avuto diversi impegni, nonché problemi col computer.
    A me fa sempre piacere dibattere con qualcuno che la pensa anche molto diversamente da me. E ho la tendenza a rispettare chiunque. Purchè, però, anche il mio interlocutore si faccia rispettare.
    E diciamo che l'anonimato non va esattamente in questa direzione.
    E, allo stesso modo, rispetto (e rispondo) chi critica CIO' CHE AFFERMO. Non ciò che il mio interlocutore crede che io abbia detto.
    Ad esempio, che i 5S siano "a metà tra i forconi e i descamisados peronisti" lo stai dicendo tu, non io. E tantomeno parlo di "populismo".
    Certo, per te è molto semplice parlare di "vecchi schemi inadeguati". Dopo l'89 in Occidente anche i sassi "sanno" che il marxismo sarebbe un'ideologia superata e quindi sfondi una porta già ultra-spalancata.
    Salvo, poi, che nessuno -dico NESSUNO- dei grandi economisti, politici o intellettuali che hanno liquidato definitivamente il marxismo come roba superata, ha poi previsto la tremenda crisi economica che stiamo vivendo (prevista, invece, da pochi economisti marxisti).
    Ma il punto è un altro.
    Tu -aggiungendoti ad un vastissimo coro- sostieni che non servono analisi "dei massimi sistemi", bensì cose più concrete.
    Con il "concretismo" si potrebbe difendere qualunque sistema politico-ideologico (ed economico). Anche i peggiori regimi hanno pur fatto qualcosa di buono, concretamente.
    Qualunque sistema non può essere giudicato se non facendo (quantomeno tentando) un'analisi complessiva.
    Molti cattolici sostengono -a difesa di un organismo ultra-parassitario come la Chiesa cattolica- che l'istituzione religiosa aiuta i poveri, ecc. ecc. E in teoria hanno ragione. Il problema è che godono di immensi privilegi economici e ciò che spendono per i poveri è forse un millesimo di quanto intascano dagli italiani in vari modi (paghiamo noi le tasse per le loro faraoniche proprietà e il loro colossale giro di affari (solo in Italia).
    No!
    Non basta il concretismo, come non basta guardare le singole misure prese dai pentastellati.
    Siccome non sono nato ieri voglio capire quali sono i valori di fondo del M5S. Onestà? Troppo generico.
    Anche Di Pietro e l'Italia dei Valori erano nati su questo terreno. La stessa Lega (e addirittura Alleanza nazionale) negli anni '90 si volevano distinguere dai partiti "ladri e corrotti", in quanto onesti.
    Poi si è visto come è andata a finire.
    Ogni forza politica ha in realtà una sua natura sociale, ossia, dei settori sociali di cui porta avanti gli interessi e il M5S non può essere da meno.
    Parlare solo di cittadini onesti che vogliono fare una rivoluzione morale può soddisfare chi è all'oscuro delle reali dinamiche politico-sociali, ma si tratta pur sempre di slogan.
    Per quale motivo mi devo fidare dell'onestà dei "grillini", dopo che innumerevoli politici si sono dichiarati onesti prima di loro e poi invece hanno razzolato malissimo?
    Poi, una persona può essere anche onesta, nel senso di rispettare le leggi, ma non per questo le sue politiche sono da approvare.
    E allora io , caro Anonimo, preferisco sostenere chi esprime una certa visione generale del mondo (chiamiamola pure ideologia), piuttosto che chi punta sul generico concretismo o onestà e che in nome di questi due concetti potrebbe fare cose assurde (Grillo rimane pur sempre legalmente il padrone del M5S e legalmente è lui che decide la linea).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Controrispondo nell'ordine.
      1. Chi scrive un blog accetta qualsiasi tipo di interlocuzione, purché civile e costruttiva, e non mi sembra di aver trasceso questi limiti. O no?
      2. Sul mettere in bocca (anzi, in...tastiera) concetti non voluti. Il paragone tra 5s e forconi-descamisados populisti in effetti non è esplicito nel tuo post, ma -a mio avviso- si evince abbastanza chiaramente. Dall'enciclopedia Treccani online: Populismo - "Con sign. più recente, e con riferimento al mondo latino-americano, in partic. all’Argentina del tempo di J. D. Perón (v. peronismo), forma di prassi politica, tipica di paesi in via di rapido sviluppo dall’economia agricola a quella industriale, caratterizzata da un rapporto diretto tra un capo carismatico e le masse popolari, con il consenso dei ceti borghesi e capitalistici che possono così più agevolmente controllare e far progredire i processi di industrializzazione (...)". E in effetti tu, nel post di cui sopra, affermi che il M5S sia un movimento sostanzialmente ed ideologicamente "borghese" seppur destinatario del suffragio di vasti strati popolari. Quindi, il paragone è tra le righe, seppur non esplicito.

      Elimina
  6. 3. Sui "vecchi schemi inadeguati". Non mi riferivo al marxismo & c., che anzi trovo tuttora valido come teoria per spiegare ciò che non va del capitalismo globale odierno descrivendone le vere dinamiche (che poi sono dinamiche che innervano e plasmano la società tutta, cfr. struttura-sovrastruttura). Né tantomeno mi arrogo il diritto di dirlo "superato" (e chi sono per dirlo?). Mi limitavo a sottolineare quello che mi sembrava un processo alle intenzioni da parte tua, fatto scomodando Gramsci per arrivare a dire che i grillini sono un movimento piccolo borghese tendente al reazionario. Io, più modestamente ma forse non così chiaramente, mi limitavo a dire: aspettiamo e giudichiamo dai fatti, che dovrebbero essere il solo vero metro di misura di qualsiasi movimento politico. Solo da essi (o almeno da un significativo quantitativo di essi) possiamo trarre delle conclusioni circa la vera (o quantomeno attendibile) natura di un movimento o partito. E i fatti, finora (no modifica al 138 Cost., cacciata di B. dal Senato, restituzione degli emolumenti non necessari) non mi sembra facciano propendere per la tua visione (in futuro chissà, ma finora no). E poi stiamo parlando di un movimento che, con tutti i se e i ma del caso, sta facendo della difesa della costituzione e del tentare di portare avanti un discorso di democrazia diretta in grado di riavvicinare i cittadini alle istituzioni due cardini del suo agire politico. Per cui ci andrei cauto nell'affibbiare certe etichette.
    4. Tu dici: "Con il "concretismo" si potrebbe difendere qualunque sistema politico-ideologico (ed economico). Anche i peggiori regimi hanno pur fatto qualcosa di buono, concretamente". Ma il fatto è che il M5S non è un regime né un sistema politico-ideologico, ma un movimento politico che rappresenta una parte (nei fatti minoritaria) del popolo italiano adulto. E, ribadisco, un movimento politico si giudica dai fatti, non dalle chiacchiere.
    E' vero, alcuni aspetti della sua base teorica sono ricoperti di una buona dose di ambiguità, ma quanto accaduto finora non autorizza conclusioni così drastiche, a mio avviso. Né autorizza la perentoria definizione di 'sovversivismo' calato dall'alto, anche tenuto conto del paese in cui viviamo e dei politici che lo hanno abitato/infestato e lo abitano/infestano tuttora. In confronto a loro, anche Grillo e Casaleggio, per quanto non del tutto convincenti e a tratti inquietanti (specie l'ultimo) sembrano gigli di campo.

    RispondiElimina
  7. 5. Tu dici: "io , caro Anonimo, preferisco sostenere chi esprime una certa visione generale del mondo (chiamiamola pure ideologia) (...)". Perfettamente legittimo e rispettabile.
    Il fatto è che, devo rimarcarlo nuovamente, le ideologie non volteggiano nell'aere ispirando magicamente le persone, ma sono concretamente incarnate e tradotte in pratica da persone. Sai molto meglio di me (avendo tu qualche primavera in più sulle spalle) che in Italia la politica è stata ed è considerata terreno di pascolo/caccia/conquista di una massa di persone alla meglio senza arte né parte, alla peggio delinquenti patentati. Per cui ok le ideologie (e non sono d'accordo sul 'coro' che le ha definite a più riprese, dal 1989 in poi, finite. Coro da cui, ça va sans dire, mi dissocio e non da adesso), ma attenzione anche a chi queste ideologie porta o dice di portare avanti (es. Craxi, Allende e Pertini erano tutti e tre socialisti. Lascio a te indovinare l'intruso...).
    Spero di aver chiarito meglio ciò che penso.

    Con autentica stima, derivante dall'avere a che fare con una testa che ragiona.

    Ps: non sono un militante del 5S.

    RispondiElimina
  8. Posso fare un appunto ad entrambi o meglio lanciare uno spunto?
    Il movimento azienda, si e credo (senza presunzione di dirlo con certezza) che ogni comunista ne avrebbe orrore, Gramsci incluso immagino.
    Però l'azienda che opera oggi sopratutto su internet é un po una cosa diversa, é più piattaforma che azienda classica. Qui forse anche in maniera non del tutto cosciente, si apre secondo me un mondo molto nuovo nell'interagire in politica, i 5 stelle non sono gli unici a sperimentare una politica basata tutta sulla rete e ne vedremo sempre di più di cose del genere. Badate non parlo del Renzi che lancia i suoi tweet ma di movimenti che usano la rete , bene male in maniera inadeguata, per far salire le opinioni dei cittadini dal basso verso i propri rappresentanti. Se allargate il discorso dalla politica al modo proprio di produrre, faccio un esempio le tante piattaforme dove tu oggi ti fai non so le tue magliette online stampando quello che vuoi e rivendendole, stiamo vedendo crescere qualcosa che magari é solo un miraggio che magari finirà per essere solo commercio ma che magari nasconde qualcosa di nuovo. Prendete wikipedia ad esempio se non vi piacciono le magliette :-). Ora in questo i 5 stelle sono qualcosina di un pochino diverso. Lo ha detto anche grillo ogni tanto, che alla fine quando il movimento arriva al 51% poi si dividono fra chi é di sinistra e chi é di destra. Le questioni che il movimento pone sono spesso più di metodo che di merito, manca l'ideologia ma c'é una sorta di metodologia se vogliamo, non si sa dove si arriva ma come si va. Non so cosa avrebbe detto di ciò Gramsci ma qui forse vi lascio il discorso arrivato ai miei limiti.

    RispondiElimina