giovedì 11 ottobre 2012

la vittoria di Chàvez è un messaggio anche per noi

Quando Hugo Chàvez vinse per la prima volta le elezioni presidenziali in Venezuela, il paese caraibico era ridotto veramente in pessime condizioni sotto numerosi aspetti.
Le ingenti ricchezze che derivavano dal petrolio, di cui il Venezuela è ricchissimo, erano distribuite tutte fra la ristretta elite della borghesia locale e soprattutto delle multinazionali del petrolio statunitensi, le quali facevano grossi affari con l'oro nero venezuelano a bassissimo costo. Il Venezuela era -di fatto- una semi-colonia USA, come un po' tutta l'America Latina.
La grande massa della popolazione venezuelana viveva in povertà, nelle baraccopoli, priva di un minimo di assistenza sanitaria, senza istruzionee completamente emarginata. A livello politico ciò si rifletteva in un astensionismo elettorale che toccava il 70%.

Da quando Chàvez è andato al potere (vincendo sempre democraticamente le elezioni) ha iniziato una politica totalmente innovatrice (nei fatti, non a parole, come siamo abituati in Italia) e ha radicalmente cambiato molte cose.

E' difficile sintetizzare in poche frasi tutti gli interventi della nuova Repubblica Bolivariana: dalle missioni per contrastare la povertà, all'assistenza sanitaria dentro le baraccopoli (mai vista prima), all'enorme impulso dato alla scolarizzazione (l'analfabetismo è quasi scomparso), alla costruzione di migliaia e migliaia di abitazioni per i baraccati, all'aumento dei salari, alla creazione di posti di lavoro e altro.

Per la prima volta nella storia la ricchezza prodotto del petrolio venezuelano è stata usata per il benessere del suo popolo. Il risultato è che alle ultime elezioni del 7 ottobre ha votato oltre l'80% degli aventi diritto (e meno male che da noi in Occidente si parla di Chàvez come di un quasi dittatore; forse per essere "democratici" bisogna fare come da noi: alimentare l'astensionismo e la sfiducia della gente verso la politica).

Anche in politica estera il presidente bolivariano non è stato da meno. Con una politica molto coraggiosa ha affrontato i giganti USA e ne ha ridotto, col tempo, influenza e potere, ma soprattutto è stato un potente traino e stimolo per la svolta progressista dell'America Latina degli ultimi 10 anni. Creando o rafforzando legami economici e politici con gli altri paesi di quel continente (come l'Alba, il Mercosur e altri) e perifino fuori, come dimostrano i rapporti saldi e crescenti con la Cina e con tanti altri paesi del mondo.

Non è stato semplice fare tutto ciò: Chàvez ha subito un tentativo di colpo di Stato, sventato all'ultimo momento, e ha dovuto affrontare una serie di altre insidie e difficoltà.

La vittoria di Chàvez lancia un messaggio anche a noi.
Il messaggio è che le politiche liberiste, che riducono i popoli in miseria, disoccupazione e senza assistenza, e minano la sovranità degli Stati (è successo in America Latina e in tante altre parti del mondo; ora sta accadendo in Europa) SI POSSONO SCONFIGGERE.
Ma per far ciò serve una sinistra VERA. Che rompa una volta per tutte con le politiche liberiste.

Nessun commento:

Posta un commento