venerdì 11 novembre 2016

Il prevedibile successo di Trump


Il trionfo di Donald Trump alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti non mi sorprende più di tanto.
Per la verità davo per più probabile la vittoria della Clinton, più che altro perché era palesemente sostenuta dai cosiddetti “poteri forti”, ossia, dalla grande finanza, dalle grandi lobbies americane.
Tuttavia il successo di Trump giunge tutt’altro che inaspettato. Anzi, a ben vedere era prevedibilissimo.

Tale successo rappresenta un fenomeno pienamente in linea con una tendenza che possiamo ben notare anche in Europa, ossia, la crescita continua –negli ultimi decenni e soprattutto negli ultimi anni- delle forze politiche di estrema destra, populiste e xenofobe. Ciò sta accadendo in paesi come la Francia, la Gran Bretagna, l’Austria, l’Ungheria e perfino nei paesi nordici. E le prime avvisaglie ci sono pure in Germania.
Le uniche eccezioni sembrano essere la Spagna, la Grecia e il Portogallo, forse, non a caso, paesi che hanno avuto delle dittature di destra anche in anni relativamente recenti.

In Italia tale tendenza ha assunto forme particolari, ma si era già presentata negli anni ’90, con l’affermazione di una forza come Alleanza Nazionale e soprattutto della Lega Nord.
Negli anni più recenti –complice anche l’esperienza governativa deludente di queste due formazioni- tale tendenza ha assunto soprattutto la forma qualunquista del M5S.

Ma come mai accade tutto ciò?
Stiamo iniziando, secondo me, a raccogliere i frutti della grande ondata di restaurazione capitalistica di stampo liberista, iniziata già negli anni ’80, con Reagan e la Thatcher ed “esplosa” negli anni novanta, dopo il crollo del Muro di Berlino e del Patto di Varsavia.
Tale restaurazione, come sappiamo, ha comportato privatizzazioni e un graduale, ma sistematico smantellamento dei servizi sociali e soprattutto del salario e dei diritti dei lavoratori.

Oggi il lavoro precario e sottopagato nei paesi europei sta diventando sempre più la norma.
A ciò s’è aggiunta, in questi decenni, un’ondata immigratoria biblica e senza precedenti, almeno per quanto riguarda le dimensioni. Fenomeno che purtroppo viene utilizzato dagli imprenditori per abbassare ulteriormente il costo del lavoro generale.
Non mi soffermo troppo sull’argomento immigrazione, anche se andrebbe tenuto bene a mente che le responsabilità principali di tale fenomeno ricadono proprio sui paesi ricchi e benestanti, non solo e non tanto per le guerre che provocano nei paesi poveri –il dato più visibile- ma anche e soprattutto per il massiccio sfruttamento economico a cui sottopongono questi paesi, impedendo così il loro sviluppo economico, politico, culturale, tecnologico, medico, ecc.

Ma se le società occidentali hanno tutto sommato retto, finché l’economia continuava ad andare discretamente bene, ora le cose sono molto cambiate.
La crisi economica esplosa a partire dal 2007-08 sta mandando in rovina buona parte delle attività economiche europee e americane. Imprese che chiudono, negozi che falliscono e soprattutto aumento massiccio della disoccupazione, alimentata anche dalle delocalizzazioni.
E il problema maggiore sta nel fatto che le risposte istituzionali alla crisi si muovono tutte nella cornice delle politiche liberiste, ossia precisamente quelle misure che hanno prodotto tale crisi (dato che hanno in sostanza ripristinato un capitalismo di tipo classico).

E dunque il malcontento di vasti settori cresce. E non si tratta soltanto di un malcontento proletario, bensì anche di settori piccolo-medio borghesi.
Ed è una sofferenza che prima o poi doveva esprimersi e si sta infatti esprimendo.
Ma perché si esprime proprio in queste forme?
Semplice: perché oggi come oggi in Europa e negli USA praticamente non ne esistono delle altre.

Ossia, in questi decenni il processo di annientamento delle forze di sinistra o comuniste che effettivamente rappresentavano gli interessi dei ceti popolari, dei lavoratori, è andato avanti così a fondo, che queste forze sono ormai quasi scomparse, deboli, e non di rado confuse con la “sinistra” vincente, ossia quella che rappresenta il grande capitale finanziario, le multinazionali, le banche e i settori guerrafondai della NATO.
Negli Stati Uniti ciò era accaduto già da tempo, mentre in Italia è roba degli ultimi 30 anni. In altri paesi europei forse tale processo non è andato così a fondo, ma comunque le sinistre che difendono i ceti popolari sono deboli un po’ dappertutto.
Tira e tira, prima o poi la corda si spezza. E se non può spezzarsi a sinistra, si deve per forza spezzare a destra.

Il discorso per la verità sarebbe più profondo. E’ un dato di fatto, ad esempio, che nei paesi occidentali la forma, i modi di espressione del malumore sociale vengono oggi -a causa, appunto, di tale fenomeno- lasciati in mano ai settori borghesi critici (ossia, a quella parte della borghesia che viene danneggiata dalla cosiddetta “globalizzazione”, o, ad esempio, dall’euro). Con i ceti popolari che gli vanno appresso (anche se, a dire il vero, il malumore popolare si esprime forse ancor più nell'astensionismo).
Il caso di Trump, imprenditore miliardario, è emblematico.
Ciò lascia pensare che i ceti proletari in questa fase non hanno la capacità di essere protagonisti di un ciclo di lotte -come è stato nei decenni del dopoguerra- e si affidano a settori borghesi “critici” e tendenzialmente di destra, per sperare nella loro emancipazione.
Ovviamente solo sperare, perché non saranno dei miliardari a risolvere i problemi dei ceti popolari (discorso da tenere a mente anche in Italia).

Sono tempi bui e difficilissimi, certo.
La fase di decadenza –a livello mondiale- del mondo occidentale sta evidentemente spostando verso altri continenti le dinamiche di sviluppo e di progresso.

Tuttavia, anche in una fase come questa occorre non stare fermi e passivi, ma rilanciare un'attività e una cultura di sinistra SERIA, ossia, quella che si occupa principalmente di difendere i ceti proletari, i lavoratori e tutti gli strati più disagiati della popolazione.

1 commento:

  1. Concordo, non riesco a capire come operai impoveriti possano riporre la loro fiducia in un miliardario con la casa più grande della Casa Bianca e piena di oro.. va bé che anche Berlusconi l'hanno votato persone che dicevano "se lui è stati bravo con le sue imprese, farà del bene anche a noi" e si è visto.
    Per me l'economia è sempre quella che trana tutto e l'esplosione della Cina e paesi asiatici, con le aziende occidentali che delocalizzavano spinte dei bassi salari laggiù, ha creato impoverimento generalizzato. I porti europei (e non solo sono spaventosamente pieni di container provenienti dalla Cina. Quando poi questi non si insediano direttamente nei nostri paesi, magari seminascoste (vedi servizi su Prato, Napoli ecc.).
    Come uscirne è una bella domanda.
    Sì, ci vorrebbe una sinistra forte e unita, cosa che al momento non si vede. C'è perfino chi ancora definisce sinistra il PD..
    Vediamo se si sposta qualcosa dopo il voto..Ciao

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