giovedì 22 gennaio 2015

Vigili romani. Basta con la politica dei pesci piccoli


La vicenda dell'assenteismo dei vigili urbani di Roma durante la notte di capodanno -e soprattutto la gestione mass-mediatica di tale vicenda- è indice del clima politico non proprio tranquillo che stiamo vivendo.



A prescindere dal giudizio che si possa dare sul comportamento dei vigili in questione (sul quale tornerò) è chiaro che siamo in presenza di una vera e propria campagna mass-mediatica, finalizzata a creare un clima di ostilità nei confronti non tanto dei vigili in sè, quanto dei dipendenti pubblici in generale. I quali vengono visti come dei privilegiati, lavativi, scansafatiche, pressappochisti e poco efficienti -quando non incompetenti- nel loro lavoro.



Tali campagne purtroppo riscuotono facilmente credito nella maggioranza della popolazione italiana.

Questo, non solo e non tanto perchè essa tende troppo a farsi influenzare dai mass-media -televisione in primis- ma anche perchè oggettivamente i servizi pubblici troppo spesso lasciano veramente a desiderare. Soprattutto in città come Roma e in genere nel Centro-Sud.

In effetti milioni di italiani subiscono quotidianamente gli svantaggi e il peso di avere dei servizi di pessima qualità, spesso imprecisi, con tempi lunghissimi, ecc.



Il problema è che queste campagne contro i vigili (o campagne simili, contro i dipendenti pubblici o affini) non si preoccupano di andare ad indagare quali siano i veri problemi e dove occorrerebbe veramente intervenire.

Il problema dell'inefficienza dei servizi pubblici, infatti, è un problema vecchio ed è il risultato di tutta una serie di dinamiche, le quali sono da far risalire solo in minima parte alla negligenza dei lavoratori (che pure esiste). Il pesce, infatti, puzza sempre dall'alto.



Il discorso sarebbe lunghissimo, ma -molto sinteticamente- l'inefficienza delle istituzioni è un fenomeno tipico dei paesi colonizzati o comunque sottoposti ad un forte limite della loro sovranità, soprattutto economica.

E l'Italia è, dal dopoguerra, in condizione di forte subalternità nei confronti degli Stati Uniti e più recentemente anche della Germania. Inoltre, l'Italia Centro-Meridionale è stata considerata e trattata di fatto come una colonia, a partire già dall'800, dalla cosiddetta Unità d'Italia.

Dunque, il Bel Paese possiede una classe dirigente (non solo politica) mediocre, e questo soprattutto apartire dalla fine della Prima Repubblica, ossia, dagli anni '90 in poi.



Dirigenti mediocri producono lavoratori mediocri. E quindi, in questo clima generale di pressappochismo e di scarsa serietà, purtroppo anche numerosi (ma non certo tutti) lavoratori tendono a cadere in un'ottica molto egoista, ossia a cercare di sbarcare il lunario facendo il minimo sforzo possibile e con scarso impegno e serietà.





Va da sè che limitarsi a colpire i lavoratori pubblici non risolve certo i problemi di cui sopra.

E tantomeno il ricorso al privato. Non dimentichiamoci che "mafia-capitale" è stato precisamente il risultato del ricorso massiccio e generalizzato agli appalti dati a privati (e molte pseudo-cooperative sono tali). Semmai, è in alto che bisogna colpire.



Purtroppo la campagna mass-mediatica contro i vigili (tra l'altro fornendo dati in seguito rivelatisi fortemente distorti; non l'83% dei vigili, ma meno della metà sono stati quelli assenteisti) non mira a colpire le vere origini delle numerose inefficienze del settore pubblico.

Mira solo a poter LICENZIARE I LAVORATORI! (fa il paio con il Jobs Act)



E perchè vogliono licenziarli?

Per lo stesso motivo per cui negli anni scorsi ne sono stati licenziati a decine di milgiaia in Grecia, contribuendo a rendere tale paese non certo più efficiente o produttivo di prima (esattamente il contrario!), ma molto più povero.

Il motivo è che la crisi economica -prodotta dal capitalismo- deve essere pagata dai più deboli, ossia dai lavoratori e soprattutto da quelli dei paesi più deboli (Italia, Grecia, Spagna, Irlanda, Portogallo). Così ha deciso il grande capitalismo finanziario internazionale.



La riduzione del personale nel settore pubblico (e affini) a cui stiamo andando incontro in Italia porterà soltanto ad un (ulteriore) aumento della disoccupazione e non certo ad un miglioramento dei servizi pubblici.

Prova ne è che nella tanto mitizzata Germania ultra-efficiente ci sono più lavoratori pubblici -in rapporto alla popolazione totale- di quanti ce ne siano da noi e a maggior ragione della Grecia.

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