lunedì 14 luglio 2014

Grande, Renzi, è riuscito ad ottenere.....niente!

C'è una buona notizia per chi odia gli immigrati!
Oddio, la notizia, a dir la verità, è tutt'altro che buona. Ma per chi ha la lungimiranza di credere che il problema principale in Italia siano gli extracomunitari, è senz'altro un'ottima notizia.

Gli immigrati in Italia incominciano a diminuire.
Secondo i dati che l'ISTAT ha pubblicato recentemente, gli ingressi di extracomunitari nel nostro paese sono diminuiti, nel 2012, del 27,7%, rispetto al 2007.
Contemporaneamente aumenta il numero di stranieri che se ne va via dal Bel Paese (+17,9%).

A tali dati, però, andrebbe aggiunto un altro fenomeno, per comprendere meglio ciò che effettivamente sta accadendo: aumentano enormemente gli italiani che espatriano, in cerca di maggior fortuna all'estero.
Dunque, gli italiani hanno ripreso, dopo parecchi decenni, ad emigrare alla grande.

Entrambi i fenomeni di cui sopra sono evidenti indici di un peggioramento delle condizioni di vita nel nostro paese.
E, tanto per avere una conferma, la Caritas denuncia -dati alla mano- il raddoppio del numero dei poveri assoluti in Italia dal 2007 al 2012.
Cala, inoltre, la produzione industriale, del 6,7% nel 2012, rispetto all'anno precedente, e addirittura del 25% rispetto al 2008 (Corriere.it).
Naturalmente aumenta anche la disoccupazione (e il precariato; questo anche per le leggi sul lavoro).
Manco a dirlo, assistiamo ad un vero e proprio boom di chiusure aziendali (piccole-medie imprese, laboratori artigianali), nonchè di esercizi commerciali.

Arrivati a questo punto, la maggior parte degli italiani sarebbe portata "istintivamente" a dare tutta la colpa ai soliti politici "ladri", "magna-magna", "corrotti", ecc.
Niente di più sbagliato e fuorviante!
Anche perchè la crisi economica che attanaglia l'Italia, la ritroviamo -con poche varianti- negli Stati Uniti, in Giappone e in molti paesi europei (e non soltanto in Spagna, Grecia, Portogallo, ma anche in Francia, in Gran Bretagna e qualche accenno perfino in Germania).

Per carità, non che voglia difendere il nostro ceto politico attuale -certo, il peggiore dal dopoguerra; ma è anche il prodotto dell'ubriacatura anticomunista dall'89 in poi- ma il vero problema non è la "casta politica", bensì il CAPITALISMO.
Siamo in presenza di quella che Marx chiamava la crisi di sovrapproduzione di capitali (e quindi di merci), legata alla caduta tendenziale del saggio di profitto.

Senza addentrarci troppo alle questioni economiche, il dato di fatto è che tendenzialmente tutto il mondo capitalistico, e soprattutto tutti i paesi che nei decenni scorsi hanno adottato politiche liberiste, è in crisi.
La crisi anni fa si fece sentire pure in Cina (come conseguenza di quella occidentale). Ma il paese che da noi viene superficialmente bollato come "dittatura" o "totalitarismo", ha adottato politiche oculate di aumento della spesa pubblica, soprattutto indirizzata verso l'aumento dei salari -parliamo di aumenti seri e generalizzati; niente a che vedere con la buffonata elettorale degli 80 euro di Renzi- e degli investimenti.
Ed è riuscito, in questo modo, a far ripartire l'economia cinese, alla grande.

Torniamo all'Italia, le politiche fin qui adottate, ossia, quelle di contenimento del debito pubblico, attraverso il taglio delle spese per i servizi sociali, non hanno fatto altro che peggiorare la già profonda crisi economica, com'era facilmente prevedibile.
In questo contesto, assistiamo da parte del nostro esecutivo ad un lavoro, che è praticamente di sola propaganda e immagine, coadiuvato dai vari mass-media, ormai asserviti del tutto ai poteri forti.

L'Italia sarà obbligata nei prossimi anni a perseguire il pareggio di bilancio e a portare avanti i pesantissimi tagli che impone il fiscal compact.
Nonostante la retorica mass-mediatica, nella quale si è parlato di "austerità flessibile", Matteo Renzi, nell'incontro con il premier tedesco Angela Merkel non è riuscito ad ottenere nulla di sostanzioso.
Per cui, aspettiamoci altri tagli e stangate...

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