sabato 9 marzo 2013

Hugo Chàvez: l'emancipazione del Venezuela e del Sudamerica


Non sono ancora passate -al momento in cui scrivo- 72 ore dalla morte di Hugo Chàvez, che il Presidente del Venezuela è già entrato nel mondo della leggenda.
E a ben ragione: di persone eccezionali come lui non ne nascono spesso.

Il giudizio che da noi in Occidente -anche a "sinistra"- è stato dato su di lui è quello che sarebbe (stato) un semi-dittatore e populista.
Curioso, visto che Chàvez ha vinto per ben 4 volte le elezioni presidenziali venezuelane e questo in un contesto -merito tra l'altro proprio delle sue politiche- di forte incremento della partecipazione politica popolare (mentre da noi in Europa, viceversa, l'astensionismo è in continuo aumento).

E in effetti forse uno maggiori meriti di Chàvez e della Rivoluzione Bolivariana è quello di aver dato dignità e reso pienamente cittadini milioni di poveri un tempo emarginati, che vivevano nelle baraccopoli, in condizioni di miseria morale e materiale (la povertà è scesa dal 49 al 27% della popolazione).

Per stilare un elenco esaustivo di tutte le misure che, grazie a Chàvez, hanno contribuito a far uscire gran parte della popolazione dalla povertà e che hanno emancipato un paese -come il Venezuela- dalla storica condizione di forte subordinazione agli USA, non basterebbe un articolo come questo: dalle politiche di alfabetizzazione e istruzione di tutta la popolazione (anche quella finora esclusa), all'istituzione -grazie all'aiuto di medici cubani- di presidi sanitari nelle baraccopoli, alla costruzione di case popolari, alla creazione di cooperative che danno lavoro a tanti disoccupati, l'elenco è lunghissimo e troppe cose mi dimentico.

Ciò è potuto accadere, certo, grazie ai proventi del petrolio, di cui il Venezuela è ricchissimo, ma se prima di Chàvez questo enorme patrimonio andava ad arricchire solo le multinazionali americane e l'oligarchia venezuelana (quella ora anti-chavista), adesso serve per dare benessere, istruzione e sviluppo a tutto il popolo.

Ma una delle più grandi imprese che è riuscita a Chàvez è stata quella, per niente semplice -molti prima di lui hanno pagato con la vita per questo- di essersi scrollato di dosso il potente dominio degli USA.
E di essere stato da motore affinchè altri paesi, anche più grandi e determinanti, come il Brasile e l'Argentina, ma anche la Bolivia, l'Ecuador, e altri ancora si sganciassero da tale subordinazione. Realizzando così un'impresa, che solo fino a pochi anni fa sembrava impossibile: emancipare un intero continente (gran parte di esso) dalla secolare condizione di "cortile di casa" degli Stati Uniti.
Condizione che in passato ha portato a sfruttamento, colpi di Stato e dittature sanguinarie, nonchè politiche liberiste, che hanno portato impoverimento e bloccato lo sviluppo economico (lo stesso che sta ora accadendo in molti paesi europei).

Ma sorge legittima una domanda: di che cosa è morto Chàvez?
Di tumore, come si sa.
Non perchè uno voglia vedere per forza dei "complotti" dietro ogni cosa, ma il fatto strano è che negli anni recenti sono stati colpiti dallo stesso male tutti i presidenti sudamericani che hanno praticato una politica di allontanamento dal dominio americano. E soltanto quelli.
Ignacio Lula e Wilma Roussef in Brasile, Cristina Fernandez in Argentina, Fidel Castro a Cuba, Fernando Lugo in Paraguay.
Viceversa, a nessun presidente filo-americano è toccata sorte analoga.
Pura coincidenza?

Non sappiamo se la CIA stia adottando questo sistema per combattere tutti gli esponenti politici scomodi. Ma se questo fosse vero, non tengono presente un fatto: che dietro questi leaders ci sono dei popoli.
E dei popoli che hanno sofferto sulla propria pelle che cosa significa la suddittanza agli USA e alle politiche liberiste. E che ora che hanno iniziato un percorso di emancipazione non accetteranno così facilmente di ritornare ad una condizione servile e di miseria. Sarà con loro che gli Stati Uniti dovranno vedersela.

Un'ultima cosa: l'importanza di uno come Chàvez sta nel fatto che ha dimostrato che uscire dalle politiche liberiste SI PUO'.
E' un esempio anche per noi, che stiamo iniziando ad "assaporare" sempre più le delizie delle politiche liberiste, a suon di tagli ai servizi, alla sanità e alle pensioni, aumento della disoccupazione e della precarietà, e generale impoverimento della popolazione.

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