Non
credo che serva spendere troppe parole sullo strepitoso risultato del
referendum del 5 luglio in Grecia, grazie al quale il popolo ellenico, a netta
maggioranza, ha rigettato le politiche di austerity –ossia, di impoverimento
sociale- imposte in modo ricattatorio dalla Troika (FMI, BCE, UE).
E’
la prima volta che un governo e un popolo in Europa osa sfidare lo strapotere
del capitale finanziario euro-atlantico.
Staremo
a vedere come si evolveranno i fatti (ma dobbiamo comunque tenere presente che
non si trattava di un referendum pro o contro l’euro) e a cosa porteranno le
inevitabili trattative.
Ed
è ancora prematuro anche fare una valutazione, ad esempio, sulle strane ed
improvvise dimissioni del Ministro Varoufakis.Ma quello che è importante cogliere, io credo, è che grazie al Governo Tsipras e ai risultati del referendum, sono mutati i rapporti di forza: ora l’UE non potrà più imporre i suoi programmi come prima, ma è costretta a negoziare. Sempre che voglia farlo.
Ma, nel caso contrario, dovrà assumersi la responsabilità politica di cacciare la Grecia dall’Europa.
Ora veniamo in Italia.
Quando si parla di "miserie italiane", la prima cosa che viene in mente è il Governo Renzi e il Partito Democratico.
Non mi dilungo su questi, la cui critica è per me scontata. Ho
sempre criticato il PD, fin dal momento della sua nascita (ossia, quando c'era
Veltroni) e non ho certo meno motivi per farlo ora. Renzi e il PD li considero
dei burattini al servizio delle banche e multinazionali (e delle politiche
guerrafondaie USA).Quando si parla di "miserie italiane", la prima cosa che viene in mente è il Governo Renzi e il Partito Democratico.
Ma due paroline vanno spese anche sul malcostume -tipicamente italiano- di "salire sul carro del vincitore". La grande vittoria e il coraggio del Governo Tsipras e di Syriza, fanno sì che parecchi personaggi -in chiara ricerca di pubblicità- vadano ad Atene a festeggiare la vittoria.
Civati, Fassina, Grillo e Vendola, dopo aver fatto per anni una politica quantomeno ambigua –e comunque NON in sintonia con Syriza- ora vanno tutti ad Atene, sperando di riscuotere pubblicità –grazie alla complicità dei vergognosi media italiani, che fanno il loro gioco- e qualche voto in più.
Pippo Civati e Stefano Fassina fino a pochi mesi fa hanno
contribuito, votandole, alle peggiori leggi e misure liberiste e di austerity,
in linea con la Troika (Jobs Act e Riforma Fornero, tanto per dirne due) e sono
stati dirigenti per 7 anni di un partito, il PD, che è quanto di più filo-BCE e
filo-atlantico non si possa immaginare.
Beppe Grillo e il M5S, anche se agli occhi di molti italiani
sprovveduti possono apparire vicini a Syriza, dato che anche loro sembrano
contestare il potere e l’arroganza dell’Europa delle banche, sono in realtà
molto, molto distanti da questa.
A parte il fatto che il M5S è per l’uscita dall’euro, mentre
Syriza non lo è (anche se ovviamente deve valutare pure questa possibilità),
Syriza è un partito (partito!!) espressamente di sinistra (la “A” di SyrizA sta
per Aristera= sinistra). Inoltre è contrario alla xenofobia e ha un programma e
una collocazione ben definiti.Viceversa, il M5S parla a 360°, dice tutto e il contrario di tutto, parla di “onestà” (che in politica non vuol dire assolutamente nulla, potendo essere interpretabile in tanti modi diversi) e fa tanti bellissimi discorsi, ma poi non è chiaro il suo programma e soprattutto la sua collocazione politica. Sta di fatto che in Europa ha scelto di stare con le destre conservatrici e xenofobe.
Niki Vendola: il suo “errore” (e mi tengo moderato nei giudizi)
più grave è stato quello di aver voluto far aderire SEL al PSE. Lo stesso
slogan “con Tsipras, ma non contro Schulz” –slogan che rifletteva un chiaro
scontro interno- appare oggi in tutta la sua ridicolaggine.
Meno male che molti compagni di SEL non hanno accettato l’entrata
nel PSE, dimostrandosi assai più saggi del loro segretario.
L’unico personaggio veramente degno di stare ad Atene e di
festeggiare la vittoria dei “NO” al referendum, è Paolo Ferrero, segretario di
Rifondazione Comunista.
Il PRC in questi anni ha sempre espresso, in modo coerente e senza
tentennamenti, una politica molto simile a quella di Syriza. Inoltre è stato il
partito che ha promosso alle ultime elezioni europee la Lista Tsipras, che in
Europa sta nello stesso gruppo con Syriza (GUE/GNL).
Anche per questo motivo i telegiornali e i quotidiani italiani
hanno snobbato il PRC e Ferrero quasi del tutto.
Infatti, la miseria italiana, prima ancora che essere dei
politici, è di tutto il sistema economico e mass-mediatico. Il quale non ha
alcun interesse a cambiare le cose, ma solo a far pubblicità ai ciarlatani, ai
voltagabbana e ai personaggi ambigui.
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