Da
quando è iniziata la recente offensiva russo-siriana per riprendere
Aleppo est, ossia, quella parte della città da anni in mano alle
bande estremiste islamiche, siamo stati anche noi in qualche modo
"bombardati" di notizie e di immagini relative alle
sofferenze che tale attacco creerebbe alla popolazione civile e ai
bambini.
Sono immagini e racconti strazianti indubbiamente. La guerra e' una cosa veramente orribile, come è noto.
Sono immagini e racconti strazianti indubbiamente. La guerra e' una cosa veramente orribile, come è noto.
Tutta
questa improvvisa sensibilità dei nostri mass-media verso il dramma
che si vive la popolazione civile sarebbe lodevole e quasi
commovente, se non fosse, però, anche così ipocrita , fuorviante e
soprattutto strumentale.
Intanto
perché, per limitarci solo agli ultimi 20 anni, gli USA e la NATO
hanno bombardato decine e decine di città (l'elenco è sterminato,
da Belgrado a Baghdad, a Kabul, Fallujah, Mossul, Tripoli, Sirte,
Bassora e parecchie altre ancora), senza che i TG e i quotidiani
nostrani si siano mai preoccupati di indagare le ripercussioni di
tali azioni sulla popolazione civile.
Lo fanno solo ora, che ad attaccare sono i siriani e i russi.
Non solo: da oltre un anno lo Yemen, e soprattutto la sua capitale Sana'a, sono sottoposti a continui bombardamenti da parte dell'aviazione saudita.
Ma
quanti di voi sono al corrente non dico delle condizioni della
popolazione civile locale, ma del fatto stesso che nello Yemen sia in
corso una guerra, o meglio, un'aggressione da parte dell'Arabia
Saudita (a cui l'Italia peraltro vende numerose armi)?
E
ancora: la popolazione civile di Aleppo è sottoposta a
bombardamenti, sparatorie e a violenze e sofferenze di ogni tipo, già
da almeno 4 anni. Ossia, da quando i terroristi fondamentalisti di Al
Nusra (Al Qaeda) hanno occupato i quartieri orientali della città,
seminando odio, distruzioni, intolleranza. Il tutto con la
benedizione -e soprattutto i finanziamenti e le armi- dell'Occidente (USA e Francia in primis) e dei suoi alleati (Arabia Saudita, Turchia, Qatar), i quali non
hanno esitato a qualificare questi tagliagole come "combattenti
per la libertà".
E
infatti, sembra che la maggior parte della popolazione civile di
Aleppo est stia, invece, accogliendo l'esercito siriano come dei
liberatori. Sebbene i nostri TG e quotidiani tacciano tutto ciò.
Tra
l'altro, dal momento che ad essere sotto accusa, da parte dei nostri
mass-media, è il governo siriano (e ovviamente anche la Russia),
andrebbe ricordato che cos'era Aleppo prima dell'inizio del
conflitto: una città molto tranquilla, economicamente prospera, dove
le diverse confessioni religiose (in Siria c'è una nutrita
componente cristiana) convivevano pacificamente.
Il
tutto in un paese autoritario, certo, ma assai meno della maggior
parte dei paesi del Medio Oriente, e che stava per effettuare
aperture in senso democratico.
E
poi parliamo di un "regime" fortemente laico, uno dei pochi
rimasti tali nel mondo arabo, soprattutto dopo che negli anni scorsi
la NATO ha fatto fuori Saddam Hussein e Gheddafi.
Ma
ritorniamo alla "notizia" sulle sofferenze della
popolazione civile.
Contrariamente
a quanto qualcuno potrebbe credere, l'informazione che calca la mano
sui drammi umani relativi alla guerra (con tanto di immagini
raccapriccianti), lungi dal dimostrare "sensibilità" nei
loro confronti, risponde, invece, ad una precisa tecnica
comunicativa. Quella -oggi così di moda- di suscitare forti reazioni
emotive nell'utente.
L'indignazione
e la rabbia suscitate da queste reazioni emotive vengono poi
abilmente -a volte anche molto sottilmente- dirottate verso nemici di
comodo, i "cattivi" di turno.
Non
è un caso, infatti, che l'indignazione per le sofferenze della
popoloazione civile di Aleppo est esca fuori proprio adesso. Ossia,
proprio ora che la Siria -con il determinante supporto della Russia-
sta legittimamente riprendendosi i quartieri della città, strappati
a suo tempo dai tagliagole fondamentalisti.
E
mandando, così, a monte i piani di USA e di Israele di
destabilizzazione della Siria (e del Medio Oriente in genere), sul
quale stanno lavorando da anni, utilizzando le varie sigle terroriste
e fondamentaliste (Daesh, ossia Isis, Al Nusra e altre ancora).
completamente d'accordo con David, Vincenzo Brandi
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