Inizio il discorso partendo dall'assunto -tutto da dimostrare- che ciò
che i mass-media ci riferiscono sull'ISIS sia tutto vero.
Parto da quest'assunto, perchè quelli come me -si sa- sono facile preda
delle accuse di "complottismo" (come se la storia non ci insegnasse
che fin dall'antica Roma gli intrighi e i complotti sono sempre stati il pane
quotidiano dell'attività politica).
Dunque, accettiamo l'idea che l'Isis sia nato spontaneamente, sulla base
del solo fanatismo islamico. Che sia poi cresciuto enormemente, che abbia
acquisito (non si sa come) una mole impressionante di armi, attrezzature e
soldi tale, da riuscire a creare addirittura uno Stato proprio, a tenere testa
all'esercito siriano e ad espandersi addirittura in Libia, a distanza di
migliaia di chilometri dall'Iraq, dove è inizialmente sorto.
Dell'Isis colpisce intanto una cosa: da una parte i suoi militanti e i
capi appaiono essere dei personaggi brutalmente feroci, ultra-fanatici,
violenti, intolleranti, e dunque, in finale, molto rozzi. Dall'altra, però,
sono riusciti incredibilmente ad elaborare una strategia comunicativa
estremamente raffinata ed efficace.
Essi, infatti, filmano accuratamente ogni loro "malefatta",
dalle esecuzioni dei loro prigionieri, alla distruzione di opere archeologiche
nei musei. E' notevole anche la qualità di certi video, a volte ottima.
Verrebbe da chiedersi, poi, come mai una simile intelligenza mediatica
si accoppia, di nuovo, al suo opposto, la stupidità. Ossia, che interesse hanno
questi (sedicenti) islamici a divulgare a tutto il mondo un'immagine così
negativa dell'islam, visto come una religione di pazzi, fanatici, violenti,
intolleranti, criminali e che disprezza la vita umana e pure l'arte e la
storia?
Ma, va bè, diamo per buona anche questa, ammettiamo, cioè, che l'Isis
abbia tutto l'interesse soltanto a spaventare il mondo (e la stragrande
maggioranza degli stessi islamici, i quali sono inorriditi al pari di noi per
le atrocità commesse dall'Isis).
Ammettiamo che la realtà coincida perfettamente con le drammatiche
notizie e soprattutto con le numerose immagini e video che ci giungono
sull'Isis (in realtà di notizie ce ne arrivano ben poche e confuse;
praticamente sull'Isis ci arrivano solo immagini e video).Dunque evitiamo qualsiasi sospetto di essere "complottisti".
Per settimane sono apparse quotidianamente -spesso sulle prima pagine dei quotidiani o tra le prime notizie dei telegiornali- gigantografie degli uomini incappucciati e vestiti di nero, con un coltello in mano, pronti a sgozzare il povero prigioniero. Perchè?
Stesso discorso riguarda anche internet. Perchè se è vero che quest'ultimo è forse impossibile da controllare al 100%, è pure vero che le gigantesche compagnie del web (Google, Facebook, ecc.) hanno sicuramente il potere di esercitare un forte controllo sulla rete e di limitare al massimo la diffusione di questi video, la quale, invece, è stata letteralmente esplosiva e senza limiti.
Ora, è credibile che i grandi gruppi editoriali, le agenzie di stampa,
gli imperi televisivi e le colossali aziende che controllano e gestiscono
(grandissima parte di) internet, si siano fatti manipolare e abbiano
ingenuamente contribuito a servire una strategia mediatica di un gruppo di
rozzi e fanatici, come quelli dell'Isis?
Perchè, è vero che il pessimo giornalismo campa di sensazionalismi (e
cosa c'è di più "sensazionale" delle immagini degli incappucciati che
puntano il coltello alla gola della vittima o che bruciano vivo un uomo in
gabbia?). Ma quello è, appunto, pessimo giornalismo.Un quotidiano (o un telegiornale) serio e professionale dovrebbe evitare di pubblicare immagini del genere e dovrebbe semmai sforzarsi di dare un'informazione un po' più puntuale e attendibile di ciò che sta effettivamente accadendo.
Viceversa, i nostri mass-media -anche quelli più quotati- sembrano
avallare una certa concezione dell'"informazione", che si basa sempre
più sulla potente reazione emotiva suscitata da certe immagini, e sempre meno
su un'analisi un minimo attendibile delle reali dinamiche in corso, lasciando
l'utente in una condizione di sostanziale ignoranza, ma fortemente turbato.
Senza contare il fatto, poi, che tutte queste immagini e video (sempre ammesso che siano reali e non costruiti artificialmente) contribuiscono letteralmente a gettare benzina sul fuoco, alimentando i già fortissimi pregiudizi e stereotipi negativi che la maggioranza degli italiani e occidentali già hanno sul mondo islamico e sulle popolazioni arabe.
Ossia, quella di alimentare le paure e l'odio verso le popolazioni arabo-islamiche -e verso il terrorismo in genere- al fine evidente di favorire e far accettare qualsivoglia intervento militare della NATO e le relative spese (che naturalmente paghiamo noi).
Nessun commento:
Posta un commento