Che nei decenni scorsi Roma fosse
controllata da poteri mafiosi ci voleva poco a capirlo.
Basterebbe farsi un viaggetto in città
come Lisbona, Madrid o Atene (senza scomodare le varie Londra,
Berlino e Parigi) per rendersene conto: lì abbiamo città
relativamente pulite, infrastrutture moderne, servizi efficienti, a
cominciare dal trasporto pubblico (Atene forse non tanto, ma comunque
sempre meglio di Roma).
A confronto di città come Madrid, Roma
assomiglia molto più a Calcutta o al Cairo: caos, sporcizia,
traffico, disordine, scarso rispetto del codice stradale, mezzi
pubblici sempre pienissimi (quando si degnano di passare),
poca attendibilità delle indicazioni e degli orari, ecc.
In effetti dà da pensare il fatto che
a Madrid sono bastati 3 anni di lavori per costruire una nuova linea
metropolitana di ben 30 stazioni, mentre a Roma ci sono voluti 7-8
anni per prolungare la linea A da Ottaviano a Battistini (5 fermate)
e altrettanti per la linea B, da Piazza Bologna a Conca d'Oro (3
fermate), nonostante che entrambe le tratte si trovassero in zone di
Roma praticamente prive di rovine archeologiche. Taccio per pudore
sulla linea C.
Eppure a Roma girano sicuramente molti,
ma molti più soldi che in città quali Madrid, Lisbona o Atene. Dove
vanno a finire tutte queste immense risorse? Evidentemente in mani
private (e buona parte anche alla Chiesa Cattolica, per la verità).
Non mi dilungo su tutto il vastissimo
sviluppo del mondo della corruzione romana, anche perchè forse non
basterebbe un intero libro per renderne conto in modo esaustivo. E
comunque è compito della magistratura farlo.
Ma alcune considerazioni politiche
andrebbero fatte:
- non è vero che "sono tutti uguali".
Il mio non vuole certo essere un goffo
tentativo di difendere la "sinistra" (anche perchè non ho
mai considerato tale il PD, fin dalla sua nascita).
E' ovvio che "mafiopoli" a
Roma esiste da decenni e ha tranquillamente prosperato sotto i
mandati di Rutelli e di Veltroni, coinvolgendo non pochi esponenti
dell'attuale PD.
Anche se c'è da rilevare che con
Alemanno tale sistema di governo corrotto si è sviluppato al massimo
e s'è aggravato e generalizzato come mai prima.
Contro ogni retorica anti-partito, ci
sono dei partiti che sono rimasti del tutto estranei a tali pratiche,
come Rifondazione Comunista (lo stesso Luigi Nieri, che peraltro non
risulta nemmeno indagato, è uscito nel 2008 dal PRC e ora si trova
in SEL).
Non solo: sia Rifondazione Comunista
che il PdCI hanno ripetutamente denunciato tali illegalità negli
anni scorsi, ma sono rimasti inascoltati.
- il privato è il problema e non la soluzione
Come è tipico di un paese provinciale,
come l'Italia -dove anche nei grandi capitalisti domina una mentalità
da bottegaio furbetto- subito si approfitta dell'inchiesta su
mafia capitale, per riproporre le solite privatizzazioni, in questo
caso delle aziende municipalizzate (come se le privatizzazioni non
avessero già fatto troppi danni, vedi Telecom, Alitalia, Trenitalia, ILVA,
ecc.).
Ma oggi non siamo più negli anni
80-90, ai tempi di Tangentopoli: allora chi rubava, lo
faceva per il partito. Oggi chi intasca illecitamente soldi, lo fa
per sè (o al massimo per la propria cricca o clientela).
Le privatizzazioni porteranno
ulteriormente acqua al mulino dei vari Caltagirone, ossia, di aziende
che faranno profitti elevati, licenziando migliaia di lavoratori (è
questo il primo biglietto da visita del privato), e
soprattutto erogando servizi in funzione del solo rendimento
economico.
Ossia, tradotto: se l'utenza avrà
soldi da spendere, otterrà un servizio discreto, se non può farlo
si dovrà accontentarne di uno pessimo, o di nessun servizio proprio
(ad esempio, quartieri periferici popolari rimarrebbero praticamente
privi di trasporto pubblico).
Le privatizzazioni faranno la felicità
proprio dei vari Buzzi (ossia, finte cooperative, ma di fatto aziende
capitaliste) e degli altri affaristi più o meno corrotti.
Di solito, poi, quando si privatizza, la parte
più onerosa del servizio, e anche quella meno redditizia, rimane in mano
pubblica (cioè a spese nostre).
Le privatizzazioni sarebbero dunque un
rimedio peggiore del male.
Ciò perchè in realtà
"mafia capitale", a differenza di ciò che comunemente si crede, non è
il risultato della semplice disonestà delle persone. E' proprio il
modo in cui di solito il capitalismo funziona, nelle sue aree
periferiche.
La corruzione generale e le varie mafie del Sud Italia
sono state il prodotto di politiche che dall'Unità d'Italia hanno
sempre favorito il Settentrione (e in modo particolare il triangolo
industriale) a scapito del resto dell'Italia.
La cosa s'è poi aggravata per il fatto
che dal '45 siamo -di fatto- una semi-colonia americana (la mafia siciliana è
prosperata nel dopoguerra proprio grazie agli USA).
Solo il pubblico controllato può e
deve ovviare al sistema di corruzione imperante a Roma e in Italia.
E per questo serve che il popolo deve partecipare attivamente alla
politica e non disinteressarsene.
Il più grande successo dei politici (e
imprenditori) disonesti si ha proprio quando "la gente" si
allontana dalla politica dicendo "tanto sono tutti ladri".
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