Siamo
alle solite: come sempre –quando si vanno a toccare i grossi interessi e gli
affari sporchi- parte la consueta campagna di dis-informazione nei confronti di
chi osa contestare tale business.
Mi
riferisco alla manifestazione tenutasi sabato scorso a Roma, tra l’altro
riuscitissima: quasi centomila persone hanno sfilato PACIFICAMENTE.
Lo
slogan del corteo è stato: “una sola grande opera: casa e reddito per tutti”.
Questo
non è stato notato dai TG e da gran parte dei quotidiani italiani.
Viceversa,
per i nostri mass-media sono esistiti soltanto quei quattro gatti infiltrati
nel corteo che hanno fatto –appositamente- un po’ di “casino”.
I
movimenti (NO TAV, NO MUOS, quelli per la casa, per il lavoro, degli immigrati,ecc.) che hanno sfilato sabato
19 ottobre giustamente protestano contro delle politiche che guardano soltanto
ai profitti delle grandi imprese e delle banche, a danno di gran parte della
popolazione.
I
mass-media –in gran parte strettamente legati al capitale finanziario- non
possono che criminalizzare chi si permette di contestare contro tali politiche, affinchè la popolazione non si renda conto della giustezza di tali
proteste e magari finisca per scendere in piazza anch’essa.
E
così, li fanno passare per dei teppisti violenti.
Ma
chi sono esattamente questi movimenti e per che cosa protestano?
Cominciamo
dal più conosciuto: i NO TAV.
Nato
nella Val di Susa già negli anni ’90, il movimento contesta la costruzione
della linea ad alta velocità Torino-Lione per tutta una serie di motivi. I più
importanti sono –sinteticamente- l’elevatissimo costo dell’opera (quando esiste
già una linea ferroviaria, sottoutilizzata, che si potrebbe ristrutturare ed ampliare), la sua
nocività (utilizzo di amianto e uranio), il suo impatto ambientale negativo, la
sua sostanziale inutilità.
Poi,
c’è il movimento NO MUOS (Mobile User Objective System).
Nato
in Sicilia, tale movimento contesta il fatto che una delle stazioni terrestri
dovrebbe essere costruito, appunto, in Sicilia, a Niscemi.
Tale
stazione arrecherebbe dei seri rischi alla salute umana, all’ecosistema, alle
attività agricole, e, infine, rappresenta una minaccia per la pace in Italia e
la possibilità di essere esposti ad attacchi, in caso di guerra (visti i tempi non difficilissimo).
Ha
manifestato pure il movimento per la casa. Quello per il diritto al lavoro e
gli immigrati.
In
sintesi, la manifestazione del 19 ottobre mirava a sostenere quelli che
dovrebbero essere i diritti basilari di ogni cittadino e che in una società
cosiddetta di “libero mercato” (ossia, capitalistica) vengono facilmente
dimenticati, per perseguire solo gli enormi profitti delle multinazionali e
delle banche.
Quanto
poi questa società sia veramente di “libero mercato” lo dimostrano le migliaia
e migliaia di piccole imprese e negozi che ogni anno chiudono, spinti dalla
crisi capitalistica e dalla concorrenza sempre più spietata delle grandi
imprese.
Per
non parlare di quanti non trovano lavoro o trovano soltanto lavoro precario (ma
oggi anche chi ha un lavoro fisso tende a stare sempre peggio), di quanti non
hanno una casa o si svenano per pagare un affitto o il mutuo. E così via…
Allora,
al potere fa comodo che meno persone possibile ragionino sulla deleterietà di
queste politiche liberiste. E ci vogliono far credere che chi giustamente
protesta sia invece un teppista scalmanato, che non fa altro che provocare
disordini e danni.
Non
cadiamo in queste “trappole mediatiche”!
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