In queste ultime settimane (come
d’altronde da 20 anni a questa parte) Silvio Berlusconi è stato al centro delle
cronache dei mass-media italiani, prima per la questione della condanna e poi
per via della tenuta o meno del Governo Letta-Alfano.
Con le ultime vicende, ossia, la
caduta del governo e poi, però, la spaccatura all’interno del PdL e alla fine
la disponibilità da parte di questo a formare un nuovo governo con il Partito
Democratico, si può tranquillamente affermare che il Cavaliere ha subito un
fortissimo ridimensionamento del suo ruolo e del suo potere politico.
Se non definitivamente
tramontato, il Berlusca è stato di sicuro marginalizzato e d’ora in poi
difficilmente tornerà ad occupare un ruolo centrale nella politica italiana.
Meno male!
Ma se l’indebolimento di
Berlusconi rappresenta di sicuro un fattore positivo per il nostro paese, il
rafforzamento di Letta e della compagine governativa lo è molto, molto meno: il
nuovo governo che –con tutta probabilità- si andrà a formare, sarà, ancora di
più di quello precedente e di quello Monti, un governo dei cosiddetti “poteri
forti”, ossia, delle grandi banche e delle multinazionali –ossia, del capitale
finanziario- nonché sensibile alle pulsioni guerrafondaie americane.
Sarà un governo obbediente ai
peggiori diktat della Comunità Europea e alle sue manovre lacrime e sangue
(grazie anche al fiscal compact, voluto –ricordiamolo- sia dal PdL che dal PD).
Enrico Letta, infatti, non è un
politico qualsiasi, bensì è membro del Gruppo Bilderberg.
Cos’è il Gruppo Bilderberg?
Il G.B. è una potentissima
massoneria mondiale, con base negli USA, e strettamente legata ai grandi
colossi finanziari (banche e multinazionali-transnazionali) e alle elites
militari.
Tutte, o quasi, le politiche
liberiste degli ultimi decenni portate avanti in varie parti del mondo hanno
avuto come protagonisti dei membri del Gruppo Bilderberg.
Ricordo che le politiche
liberiste portano ad effettuare pesanti tagli ai servizi sociali, alla sanità,
alla scuola pubblica, alle pensioni e all’occupazione, nonché alle
privatizzazioni, che di solito –almeno in Italia- si traducono in svendite a
bassissimo costo a privati incapaci (quanto rapaci), e, in ultima analisi, agli
stranieri (vedi Alitalia, Telecom, Alcoa, ecc.).
Si tratta delle politiche che in
passato hanno impoverito numerosi paesi del Terzo Mondo e ora stanno fortemente
impoverendo l’Europa meridionale, a partire dalla Grecia.
Questo è Letta. Tanto per capire
con chi si ha a che fare.
E possiamo star certi che lui e i
partiti che lo sostengono faranno di tutto per attuare il più possibile il
famigerato “fiscal compact”. Prepariamoci!
Ma allora per quale motivo
Berlusconi è stato fatto fuori? Non fa parte anche lui dei “poteri forti”?
Pensare che il Cavaliere sia
stato marginalizzato per motivi giudiziari è un’ingenuità da dare in pasto al
gran pubblico.
Berlusconi, in realtà,
rappresenta soprattutto l’imprenditoria poco internazionalizzata e la sua base
sociale è composta da piccola-media borghesia (piccoli imprenditori, artigiani,
piccolo commercio; settori che spesso campano grazie ad una certa dose di
illegalità).
Ora, è in corso una guerra tra
diversi settori della borghesia, in cui il grande capitale “cannibalizza” il
piccolo (abbiamo, grazie anche alla crisi economica, decine di migliaia di
piccole-medie imprese, di esercizi e di laboratori artigianali che stanno
chiudendo).
Dunque, i “poteri forti” (il
capitale finanziario internazionale) stanno attaccando non solo i ceti
popolari, i lavoratori, ma anche la piccola-media borghesia, la quale finora ha sostenuto in larga maggioranza il Berlusca (o la Lega).
In conclusione, i problemi
dell’Italia non si esauriscono certo con Berlusconi e non derivano nemmeno
dagli eccessivi guadagni dei “politici”, come si vuole far credere. E, meno che
mai, dagli immigrati.
Ed è (anche) per questo motivo
che Grillo e il M5S non mi hanno mai convinto: i loro attacchi sono tanto
clamorosi e sensazionalistici, quanto incentrati su problemi secondari, quando
non marginali o ridicoli (vedi la vicenda degli scontrini).
In Italia manca una sinistra
seria (ossia, su posizioni chiaramente anti-liberiste e non subalterna al PD) e
forte. Ed è questa che va ricostruita.
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