Le primarie del Centro-sinistra (ma
praticamente del Partito Democratico) si sono concluse senza grossi
colpi di scena. Era abbastanza scontato che vincesse Bersani e che
Renzi sarebbe andato benone.
Ci si aspettava, per la verità,
qualcosa di più da Nichi Vendola, ma quest'ultimo ha commesso
diversi errori e in politica gli errori si pagano.
Ad esempio, ha largamente snobbato la
Federazione della Sinistra, si è allontanato da Di Pietro e ha
suscitato diffidenza pure da parte della Fiom, ecc. Logico che in
questo modo s'è giocato molti potenziali voti di sinistra (da notare
che i 3 milioni di partecipanti alle primarie -non pochi, certo- sono
comunque meno di un decimo dei voti validi alle ultime elezioni
politiche del 2008).
Dunque, Vendola a parte, le cose sono
andate più o meno secondo le aspettative. Ma allora a cosa sono
servite queste primarie?
In realtà le primarie sono
essenzialmente un notevole evento mass-mediatico. Soprattutto, poi,
quando vengono sponsorizzate in modo così massiccio dai network (i
quali invece tacciono sulla raccolta delle firme per i referendum
sull'articolo 18, contro l'articolo 8 e per le pensioni).
Leggevo che i sondaggi -per quanto
valgano- danno ora il PD in forte ascesa e, viceversa, i grillini in
calo.
Ma i "piddini" hanno poco da
esultare. Le operazioni mediatiche di marketing politico hanno
effetti nel breve periodo. Già tra 3-4 mesi molti si saranno
dimenticati delle primarie e allora avrà più peso la disoccupazione
in crescita, la crisi economica, le fabbriche, i negozi e i
laboratori artigianali che chiudono, i licenziamenti, i tagli alla
sanità, le pensioni sempre più basse.
Ma le primarie, oltre ad essere uno
spettacolo mass-mediatico, servono anche ad accentuare la
personalizzazione della politica. Per cui si parla magari di Renzi,
che è giovane e che vuole "rottamare" la vecchia
generazione, oppure di Bersani, che giovane non è, ma che ha un'aria
seria. Insomma, si parla di tutto, tranne che dei programmi.
E, infatti, le primarie servono proprio
per NON parlare dei programmi, tranne magari qualche accenno, ma in
termini di solito vaghi e generici. La competizione viene vissuta
quasi come "tifo" calcistico (mi è capitato perfino di
leggere termini come "rosicare" scritti da parte di
qualcuno, entusiasta perchè ha vinto Bersani).
E d'altronde perchè parlare dei
programmi, quando in sostanza sono molto simili?
Tra Renzi e Bersani potrà cambiare
qualche cosuccia (tipo sui diritti civili o qualche ammortizzatore
sociale in più o in meno, ma poca roba), ma la linea di fondo sarà
in entrambi i casi l'agenda Monti.
Le misure "lacrime e sangue"
(per i ceti popolari, naturalmente, figuriamoci se qualcuno si
azzarderà a scalfire i privilegi) stile Monti -o BCE- proseguiranno,
la gran parte della popolazione sarò sempre più ridotta alla
povertà e l'economia sarà sempre più depressa e -grande paradosso-
il debito pubblico, per il quale queste misure draconiane vengono
emanate, invece di diminuire, aumenterà (così come è aumentato sia sotto
Berlusconi, che sotto Monti).
Questa usanza di tenere le primarie,
come è noto, viene dagli Stati Uniti. In Europa -per quanto ne
sappia- esiste solo in Francia. In Italia se ne poteva benissimo fare
a meno, ma poi, come sempre, ha prevalso la (pessima) abitudine tutta
nostrana di imitare le cose peggiori degli altri.
E, in tempi di spettacolarizzazione
mass-mediatica, la politica italiana -già spettacolo in sè- non
poteva rimanere senza quest'altro "scoop". Come nascondere,
sennò, il fatto che le politiche economiche del Bel Paese vengono in
realtà sempre più decise a Bruxelles (o, meglio, a Berlino)? Quelle militari
a Washington? Quelle civili (e sempre economiche) al Vaticano?
In Italia sarebbe di estrema utilità
parlare, ad esempio, dell'Argentina, che è riuscita ad uscire da una
tremenda crisi economica proprio quando lo Stato ha smesso di seguire
le politiche di tagli al bilancio pubblico e, anzi, investendo su
produzione, ma anche su scuola, sanità e salari.
Bisognerebbe discutere su come
rilanciare e ammodernare l'industria italiana, su come andavano bene
le aziende nostrane, quando c'era l'IRI e quanto vanno male ora che
sono state privatizzate (vedi l'ILVA, l'Alcoa, l'Alitalia, tanto per
fare qualche esempio).
Ma no, per carità: si discute di
scandali, di "bunga-bunga", del "giovane" e "rottamatore" Renzi e
di tante altre stupidate.
Logico poi che gli italiani si facciano
un'idea distorta della politica e finiscano per seguire i peggiori
ciarlatani e/o a non andare più a votare (come se, non votandoli, i
politici si facciano qualche scrupolo e diventino più onesti; semmai
il contrario).
Ebbene, a quasto servono le primarie:
alla politica-show. Almeno in Italia.
ciao! ti ho ritrovato da un vecchio commento di splinder :)
RispondiEliminasul tema non commento, diciamo che il mio livello di rabbia ha subito un notevole incremento.
Cambiare (mi sa che non) si può..
Buon Anno!