Ma perché mai dovrebbe essere così, in teoria?
Per il semplice motivo che nel nostro paese negli ultimi 24 anni c'è stato un intervento massiccio e un lavoro continuo da parte della magistratura nello scoprire tutta una lunga serie di illegalità.
Si iniziò con la famosa inchiesta “Mani Pulite”, che nei primi
anni ’90 fece emergere la nota “Tangentopoli”. Da allora e fino ad oggi a
scadenza quantomeno semestrale la magistratura non fa che scoprire illeciti,
corruzioni e quant’altro.
Stiamo parlando di una mole di attività impressionante, se ci
pensiamo bene, e che non ha avuto eguali in nessun altro paese europeo, se non
addirittura mondiale.
Innumerevoli sono stati gli imprenditori, gli uomini d’affari e i
politici che sono caduti nelle maglie della giustizia. Anche se poi in Italia,
chissà perché, la gogna mediatica e le invettive della “gente” finiscono ogni
volta per prendere di mira inevitabilmente i soli “politici” (come se gli
imprenditori e la tanto decantata “società civile” non fossero assai peggio dei
politici).
Ma
ritorniamo al lavoro della magistratura.
Una
capacità di intervento così massiccia e continua di quest’organo contro le
numerose attività illecite –anche ad alti livelli- dovrebbe costituire, a
pensarci bene, un notevole deterrente per tutte le persone di potere che
agiscono in modo disonesto. Si dice, infatti –e giustamente- che non sono tanto
le leggi a scoraggiare i ladri e i delinquenti, quanto l’applicazione effettiva
di queste, ossia, la scarsa possibilità di farla franca.
Per
quale motivo, invece, in Italia l’illegalità istituzionale rimane a livelli
elevatissimi, nonostante tutto ciò? Perché la magistratura, a dispetto del suo
lavoro mastodontico, non riesce a “moralizzare” il nostro paese?
Ovviamente
qui non si potrà dare che una risposta ultra schematica e riduttiva, perché
naturalmente un’analisi approfondita richiederebbe ben altri spazi.
Fermo
restando che un certo tasso di illegalità istituzionale esiste in tutti mi
paesi (anche in Germania, Svizzera, o simili, che ci appaiono tanto “onesti”),
ed è, a mio avviso, connaturato al capitalismo, rimane il fatto che in Italia
tale illegalità ha una diffusione, una capillarità e sistematicità che non ha
eguali in Europa e nei paesi sviluppati.
Sarebbe
ingenuo credere, come invece fanno in tanti, che la gestione fraudolenta della
cosa pubblica nel Bel Paese derivi dalla mera e semplice disonestà individuale
dei “politici”. In realtà c’è un vero e proprio sistema di potere che funziona,
e da tempo immemore, in questo modo, ed è legato, secondo me, al fatto che l’Italia
-e in modo particolare il Centro-Sud- ha molte delle caratteristiche di una
classica colonia, anche se “soft”.
Non
approfondisco tale discorso, ma in sostanza, chi oggi governa –ai vari livelli-
in Italia è quasi obbligato ad agire
in modo illegale, o quantomeno a tollerare che nella sua giunta, o governo,
vengano commessi fior di illeciti.
Detto
questo, si impone una domanda: ma allora la magistratura e il suo lavoro che
ruolo hanno?
E
qui sono purtroppo costretto all’ingrato compito di dover sfatare quello che
per molti è di sicuro un grandissimo mito, ossia, appunto, la magistratura. La
quale, di fatto, NON E’ NEUTRALE.Tale organo riflette –al suo interno e nelle sue componenti- i contrasti e le lotte di potere, sia politiche che soprattutto economiche e di classe, oggi esistenti in Italia.
Ossia, ad esempio, la lotta tra il grande capitale finanziario (nazionale ed internazionale) e la locale borghesia medio-alta.
Forse non è un caso che “Mafia capitale” abbia scoperchiato le varie illegalità relative a diverse attività “minori”, mentre i grandi palazzinari –potere storico di Roma- ne sono usciti quasi indenni.
Non
ho mai amato Berlusconi, ma bisogna dire che su una cosa aveva ragione. Ossia,
quando parlava di un uso politico della magistratura.
Viceversa,
il Cavaliere mentiva quando parlava di “toghe rosse”. Anzi, a me sembra che
queste toghe, più che rosse, siano a stelle e strisce.Non ci sono dubbi, infatti, che una parte significativa (se non maggioritaria) della magistratura italiana sia legata agli Stati Uniti.
E forse –anche qui- non è un caso che una delle più note vittime eccellenti di “Mani Pulite” sia stato a suo tempo Bettino Craxi. Altra figura che ho sempre criticato, ma che quantomeno ha avuto il merito e il coraggio, negli anni ’80, di tentare di smarcarsi dalla pressante cappa di dominio USA. Ed è stato punito per ciò (teniamo presente che le magistrature brasiliana ed argentina –che hanno tollerato per decenni ladrocini e corruzioni a livelli esponenziali- ora si stanno scatenando rispettivamente contro la Roussef e la Kirchner, le quali, guarda caso, hanno portato avanti politiche di distacco dagli USA).
So
che molti di voi rimangono scettici di fronte a questi discorsi, che puzzano
tanto di “complottismo” (termine diventato di moda a partire dall’attentato
alle Torri Gemelle, evidentemente perché vogliono che crediamo soltanto alle
versioni ufficiali e mass-mediatiche), ma è un dato di fatto che 24 anni di super-attività
della magistratura non hanno minimamente scalfito il sistema di corruzione o
mafioso che domina l’economia e la politica italiana.
Evidentemente
per sconfiggere l’illegalità serve ben altro.
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