Quindi,
diamo per buono che tutti i paesi che gli Stati Uniti intendono attaccare
(spingendoci a farlo anche noi) siano, guarda caso, tutti governati da feroci
dittatori (o, come si dice, dei “novelli Hitler”). Diamo per buono che in
Italia tutto funzionerebbe ottimamente, se non ci fossero gli unici problemi del
paese, ossia, il debito pubblico, gli immigrati, l’eccessivo statalismo, il
costo del lavoro troppo alto e poco flessibile, l’INPS sempre in rosso… E diamo
per buono che tutti gli esponenti della forza politica XY siano bravi e onesti,
mentre tutti gli altri siano inevitabilmente ladri, corrotti, quando non
mafiosi.
Diamo,
ancora, per buono che il Papa, il clero cattolico e tutti i militanti delle
relative associazioni siano tutte persone squisite, sempre sorridenti,
generose, umili, piene di amore verso il prossimo (banchieri dello IOR e preti
pedofili compresi, naturalmente) e che si prodigano tutti i santi (è il caso di
dirlo) giorni per aiutare i poveri e i bisognosi, mentre chi crede in altre
confessioni lo sia molto di meno, e in modo particolare i musulmani, i quali,
viceversa, sono brutti, prepotenti, rozzi, antipatici, violenti, mezzi
terroristi, invasati di odio e la cui unica ossessione è quella di costringere
noi occidentali a convertirci all’islam, o in alternativa ad ucciderci senza
pietà.E diamo per buono che….no, vabbè, può bastare.
Nella
società moderna siamo letteralmente bombardati da centinaia, se non migliaia,
di notizie: dall’ultimo flirt dell’attrice x, alla colazione del principe y, al
neonato figlio del calciatore z, all’attentato terroristico nel Bahrein.
In
teoria dovremmo avere tutti, a causa di ciò, un elevatissimo livello di
consapevolezza sulla nostra società, sul mondo in cui viviamo, il che dovrebbe
tradursi in una buona coscienza politica diffusa (palesata dal crescente astensionismo
elettorale).
Ironia
a parte, per ottenere un livello di coscienza politica adeguata il problema non
è la quantità delle informazioni, ma IL MODO COME VENGONO ORDINATE ED
INTERPRETATE.
Il
primissimo passaggio per interpretare le notizie è quello, intanto, di
ordinarle per importanza. Potrebbe sembrare una banale questione di buon senso,
ma molto spesso non è così. Anzi, a volte serve un elevato livello di
professionalità e di esperienza in un campo per distinguere un’informazione
significativa, da un’altra che appare tale, ma non lo è.
Un
secondo passaggio importante è quello di capire qual è la fonte delle notizie
(sarebbe anche da verificarne l’attendibilità, ma ovviamente non è un lavoro
alla portata di tutti; ma già tenere ben presente la fonte, può essere intanto
un passaggio utile).
Dopodiché
si passa alla decifrazione vera e propria. Ottenere migliaia e migliaia di
notizie, se poi non sappiamo come interpretarle, serve a ben poco, o potrebbe
essere addirittura fuorviante.
Mi
viene in mente un esempio un po’ estremo (ma tutt’altro che infrequente!): due
persone che abitano nella stessa casa, o nella stessa camera (mettiamo marito e
moglie), i quali, dopo anni ed anni di frequentazione quotidiana –dalla quale
hanno potuto trarne miriadi di informazioni sull’altra persona- scoprono alla
fine di non conoscersi affatto e di essersi fatti un’opinione assai distorta
dell’altra persona.Ecco un esempio lampante di come a volte il bombardamento di notizie possa servire a ben poco, se poi non si sa come interpretarle. E se ciò può accadere e accade tra due conviventi, figuriamoci tra i cittadini e i personaggi politici (o i partiti)!
Le
dinamiche sociali –e, di conseguenza quelle politiche- presentano un tale
livello di complessità e di articolazione, che è estremamente difficile farsi
un’opinione adeguata su una determinata politica, sulla base di semplici
informazioni (anche supponendo che queste siano attendibili).
Una
comprensione un minimo adeguata –e, quindi, un principio di coscienza politica-
può darsi soltanto sulla base di una VISIONE COMPLESSIVA della società, quella
che comunemente chiamiamo “ideologia”.La vera e propria coscienza politica si ha nel momento in cui una persona diventa consapevole di far parte di un determinato settore sociale e di quali interessi questo settore esprime. A livello più generale, è la consapevolezza di far parte di una determinata classe sociale.
Non
è certo col “bombardamento” di notizie sulla disonestà dei politici, che si
crea una coscienza politica. Con tale metodo l’unico risultato è provocare
indignazione, rancore, ma anche pregiudizi, e infine sfiducia. Oppure, la
disponibilità da parte di numerose persone a seguire ciecamente qualunque
leader carismatico che APPAIA più onesto o comunque migliore degli altri (che
poi lo sia veramente è tutto da dimostrare).
Quando
Marx, Lenin e Gramsci hanno elaborato le loro concezioni teoriche miravano
proprio a realizzare una coscienza politica e di classe ai lavoratori, ai ceti
popolari. Anche loro avrebbero potuto rivelare numerose notizie circa i
politici disonesti, ma si sono ben guardati da simili banalità “grilline”: il
loro obbiettivo era molto più nobile.
Un’ultima
osservazione: stiamo molto attenti alle miriadi di “notizie” che circolano sul
web, spesso con filmati dubbi. Molte di esse sono bufale e purtroppo il
comportamento diffuso in tante persone è quello di condividere in modo
meccanico tali “scoop”, senza domandarsi quanto ci possa essere di vero.
si ho capito tutto bello ma poi se a sinistra (se così vogliamo ancora chiamare quell'accrocchio patetico di partitucoli pseudo comunisti) si presentano sempre quei quattro cialtroni inconcludenti uno che fa? #prosciuttosugliocchi a go-go?
RispondiEliminaIl problema dell'Italia sono gli Italiani. Il problema della sinistra italiana è che è composta da italiani. Inaffidabili egocentrici tendenti all'approfittamento del minimo potere. E francamente giocare ancora a fare "il mio ombelico è più trozkista del tuo" nel 2014 è pateticamente sconfortante. O sconfortantemente patetico.
https://www.youtube.com/watch?v=SFvCx6w_ptE
concordo ovviamente, anche se ritengo che uno possa 'open the eyes' (per citare l'anonimo sopra) 'anche' attraverso denuncia i misfatti, magari urlando, magari senza avere un background di formazione politica dietro..
RispondiEliminail punto è, e i riferisco di nuovo al commento sopra: 'chi' può fornire adesso (80 anni dopo Gramsci, 30 anni dopo Berlinguer...) questa indispensabile formazione?
se la sinistra (radicale ovviamente) non la smette di discutere anche su cose francamente inutili come il bikini della Bacchiddu o l'accettazione della candidatura da parte della Spinelli (solo per fare l'ultimo esempio) non si farà ai un passo avanti..!
ciao