Non so se si è capita la portata di
ciò che è successo oggi. E' la prima volta che viene indetto uno
sciopero a livello europeo.
Non è una banalità e non era un fatto
scontato.
Possiamo trovare tante pecche e limiti
in questo sciopero, nonchè tante differenze da paese a paese. Ma ciò
non toglie che per la prima volta s'è realizzata una protesta
contemporaneamente nei vari paesi colpiti dalle misure pesantissime
che una politica economica europea assolutamente sbagliata (se ne sta
accorgendo perfino il Fondo Monetario Internazionale, il che è tutto
dire...) sta portando avanti.
I paesi che hanno aderito ufficialmente
allo sciopero sono, oltre alla Spagna (dove è stata concepita
l'idea), il Portogallo, la Grecia, l'Italia, Malta e Cipro.
Ma manifestazioni ci sono state pure a
Bruxelles, a Parigi e persino in Germania (e mi pare anche da altre
parti).
A parte le prevedibili tensioni, lo
sciopero e le manifestazioni sono state un successo un po' da tutte
le parti. In Italia si è manifestato praticamente in ogni città. E
così in Europa. Lavoratori e studenti. Giovani e meno giovani.
Si tratta di un segnale importante.
Ma che non deve finire qui: la
costruzione di un fronte sindacale e di protesta il più possibile
unitario a livello europeo è sempre più un'esigenza, imposta dai
pesanti attacchi al lavoro e alle nostre condizioni di vita a livello
continentale.
Le politiche di austerità imposte
dalla Banca Centrale Europea ai paesi europei, e basati sul dogma del
"risanamento del debito pubblico" stanno impoverendo
milioni di greci, spagnoli, portoghesi, italiani e sempre più anche
i francesi e altri ancora.
E oltre all'impoverimento, deprimono
sempre più l'economia. Solo Monti "vede" la ripresa
vicina. Altri parlano di 5 anni. E forse pure di più.
Ma il bello è che le politiche di
contenimento del debito pubblico non solo producono povertà e
deprimono l'economia, ma STANNO FALLENDO ANCHE SULLO STESSO DEBITO
PUBBLICO.
In Italia il rapporto tra debito
pubblico e PIL è balzato dal 120% dello scorso anno, quando si è
insediato Monti, al 126% di ora.
In Grecia siamo già alla quinta (o
sesta, non ricordo) manovra "lacrime e sangue". In teoria,
se tali manobre erano giuste, sarebbe dovuta bastare la prima. E
invece, notizia di queste ore, il PIL ellenico è a oltre -7% (in
Italia siamo al -2,5%). E di risanamento del debito pubblico neanche
a parlarne.
Di fronte ad un simile fallimento, non
solo si dovrebbe dimettere Monti, ma tutto l'establishment europeo,
portatore di queste politiche economiche fallimentari e di massacro
sociale.
Ma come fanno a dimettersi i banchieri
che decidono -di fatto- le politiche economiche del nostro
continente, se non sono mai stati eletti da nessuno?
Eppure i nostri governi prendono ordini
da loro, come ormai dovrebbe essere evidente un po' a tutti.
Per questo è fondamentale che si inizi
a rispondere a livello europeo.
Tra l'altro la mobilitazione sindacale
europea ha avuto un'ulteriore effetto positivo: è riuscita, almeno
per un giorno, anche a mettere d'accordo sindacati che normalmente
non si guardano in faccia.
Infatti, allo sciopero del 14 hanno
aderito sia la CGIL, che l'USB (i Cobas).
Naturalmente (e spero) qui si tratta di
un primo passo. Ed era importante iniziare.
L'ampiezza dell'attacco alle nostre
condizioni di vita impone che in futuro si prosegua su questa strada
di coordinamento e organizzazione a livello europeo delle lotte.
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